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Luana De Micco
Leggi i suoi articoliL’Unesco stima a 3,5 miliardi di dollari i danni ai beni culturali e di interesse turistico dell’Ucraina dall’inizio dell’invasione russa, due anni fa, il 24 febbraio 2022. Per ricostruire e restaurare i siti danneggiati, e rilanciare il settore del turismo, secondo l’agenzia delle Nazioni Unite, serviranno investimenti pari a circa 9 miliardi di dollari (poco meno di 8,5 milioni di euro) nei prossimi dieci anni.
La lista dei danni al patrimonio storico ucraina si allunga: sono 341 i siti di interesse storico-culturale ad essere stati danneggiati, monumenti, musei, biblioteche, molte chiese. La città di Kharkiv è la più colpita, seguita da Donetsk e Odessa. Ma danni sono registrati anche a Leopoli e Kiev. Sono i dati che emergono dall’ultimo rapporto dell’agenzia Onu del 14 febbraio, in cui si valuta l’impatto della guerra sui settori della cultura e del turismo, che in due anni hanno registrato perdite per oltre 19 miliardi di euro.
In un primo rapporto dell’aprile 2023, erano stati censiti 248 monumenti danneggiati. «Ma non è possibile stimare tutto», ha detto Chiara Dezzi Bardeschi, che dirige l’ufficio Unesco a Kiev. «La protezione del patrimonio culturale dell’Ucraina è fondamentale perché non è solo testimonianza del passato, è anche una delle chiavi per la pace e la coesione futura. È il fondamento dell’identità dell’Ucraina», ha scritto l’Unesco nel suo comunicato.
Nel gennaio 2023, l’agenzia Onu ha iscritto il centro storico di Odessa alla lista del patrimonio mondiale dell’umanità in pericolo. Già nel 2022 gli esperti erano intervenuti per consolidare d’urgenza il tetto del Museo di belle arti della città e mettere al riparo alcuni elementi preziosi, come le vetrate storiche. Ma da allora il museo è stato di nuovo bersaglio dei bombardamenti russi. Anche la Cattedrale della Trasfigurazione, del ’700, sempre a Odessa, ha subìto gravi danni e, dall’estate scorsa, anche con finanziamenti italiani, sono stati avviati degli interventi per la messa in sicurezza dell’edificio. Sempre nel 2023, anche la Cattedrale di Santa Sofia, del XI secolo, di Kiev, il Monastero delle Grotte, un complesso di monasteri e chiese della stessa epoca, poco distante dalla cattedrale di Kiev, e il centro storico di Leopoli, che presenta edifici medievali, rinascimentali e barocchi intatti, sono stati aggiunti alla lista dell’Unesco dei siti in pericolo.
Interventi urgenti di stabilizzazione sono stati effettuati tra l’altro anche al Museo archeologico di Odessa, alla Kyiv National Art Gallery e al Bohdan and Varvara Khanenko National Museum of Arts di Kiev. In due anni, precisa l’Unesco, sono stati mobilitati dagli Stati membri 66 milioni di euro. Fondi utilizzati per proteggere i monumenti, per migliorare i sistemi antincendio, realizzare rifugi sicuri per le opere d’arte, digitalizzare gli archivi, ma anche formare specialisti, sostenere gli artisti e coordinare la lotta contro il traffico illegale dei beni culturali.
Su più di 300 siti è stato posto lo Scudo blu, simbolo internazionale della Convenzione dell’Aia del 1954 per la protezione dei beni culturali nei conflitti armati, che vuol dire che la loro distruzione intenzionale può costituire un crimine di guerra. Di recente, a inizio febbraio, il Giappone ha firmato un nuovo assegno di 15 milioni di euro. Ma nell’immediato, per i lavori urgenti da effettuare nel 2024, secondo l’Unesco, servirebbero 197 milioni.

La Cattedrale della Trasfigurazione ad Odessa dopo il bombardamento russo dello scorso luglio
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