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Tina Lepri
Leggi i suoi articoliNel centro di Udine, quello che fino al 1990 era la casa e il grande emporio di tessuti della famiglia Cavazzini, dal 2012 è diventato la nuova sede della ex Gamud, ora Museo d’Arte Moderna e Contemporanea Casa Cavazzini, del Comune.
Lo spazio espositivo è su tre piani: a piano terra le mostre temporanee («Tina Modotti» fino al 28 febbraio), al primo, quadri e sculture dei fratelli udinesi Afro, Dino e Mirko Basaldella e, a rotazione, altre opere tra le 4mila dei depositi del museo, comprese opere dell’800. Al secondo piano la collezione donata al Comune da Maria Luisa e Sante Astaldi nel 1983: 200 opere dei maggiori artisti del ’900 italiano, tra 1930 e 1960: de Chirico, Savinio, Campigli, Carrà, De Pisis ecc., e una scelta delle opere offerte dopo il terremoto del 1976 da circa 100 artisti americani tra cui LeWitt, De Kooning, Lichtenstein, Stella, Judd, Mangold ecc.
Visite guidate e laboratori per studenti: info 0432.271591.
Visitatori nel 2015: 15.563 mila
Visita: 15 dicembre 2015
Voto medio 8,2
La sede: 9 Tre edifici adiacenti, compreso negozio e appartamenti privati dei Cavazzini, sono stati trasformati in museo da Gae Aulenti, che ha anche coperto un cortile interno. In corso d’opera, il suo progetto ha subito modifiche. Durante i lavori, durati 8 anni, al primo piano sono stati scoperti e restaurati rari affreschi «laici» della seconda metà del ’300 e al piano terra una «vasca-cisterna» cinquecentesca, musealizzata. Importanti le tempere murali di Mirko, Afro e Corrado Cagli nell’appartamento padronale. I 3.500 mq del museo non bastano a tutte le opere che possiede: vengono quindi esposte a rotazione con allestimenti tematici. Clima controllato ovunque. Ottime manutenzione e pulizia.
L’accesso: 7 Angusto l’atrio-biglietteria nell’ingresso principale (a pochi metri dall’edificio del Comune). Ingresso 5 euro, gratuito ogni prima domenica del mese, e 10 la Card per i tre musei comunali. Apertura invernale (da ottobre a fine aprile) 10.30-17. Chiuso lunedì. Piccolo spazio per guardaroba. Buono il dépliant gratuito ma niente audioguide. Essenziale, documentato il sito internet. Info 0432.1273772.
La visibilità: 9 Il percorso è semplice, lineare. Tutte aperte le sale allestite in modo razionale. Sorprendenti e molto suggestive le stanze totalmente decorate da Afro a 27 anni, la sala con gli affreschi trecenteschi che fanno da nobile sfondo alle sculture di Mirko. Interessanti anche gli ambienti (bagno e cucina) con gli arredi originali degli anni ’30 nell’ex appartamento padronale. Tutto accessibile ai disabili. Esaustivi pannelli informativi in ogni sezione, solo in italiano. Breve didascalia per ogni opera.
L’illuminazione: 9 Ben equilibrata, con luce naturale da finestre schermate e fari su binari a soffitto. Efficace sia nelle sale, chiare e luminose, sia nelle parti più interne dell’appartamento privato che comprende anche la sala da pranzo con le pitture di Afro. Ben risolta anche l’illuminazione sulle pareti con gli affreschi trecenteschi e la decorazione coeva del soffitto.
La sicurezza e i custodi: 9 Oltre alla biglietteria, uno per piano (dipendenti comunali e di una cooperativa) ben preparati. Sempre in movimento in sale con telecamere di controllo a sorveglianza attiva. Dopo il furto al museo di Verona (novembre 2015) e l’allerta terrorismo, aumentati i controlli di carabinieri e polizia.
La toilette: 9 A ogni piano, nuove, fornite di tutto. Quella per i disabili al piano terra. Manca il fasciatoio.
Il bookshop: 5 Costretto in un piccolo spazio all’ingresso. Manca un catalogo delle opere. Qualche libro, nulla sul museo. Niente cartoline.
L’ascensore: 10 Nuovissimo, comodo, a disposizione di tutti, ben segnalato.
La caffetteria: N.d. Non c’è: manca anche una macchina distributrice di bevande e snack. Il museo è proprio al centro della città, con alta concentrazione di bar e ristoranti.
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