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Bianca Celeste
Leggi i suoi articoliNel Nord dell’Iraq scavi condotti dagli archeologi dell’Iraqi State Board of Antiquities and Heritage e dell’Università di Heidelberg, in Germania, hanno portato alla luce il più grande «lamassu» finora mai rinvenuto. Alta circa sei metri, la scultura, una sorta di genio tutelare con corpo di toro alato e testa umana scolpita ad altorilievo, è di gran lunga superiore per dimensioni agli esemplari conservati al British Museum e al Louvre. Di norma queste figure fantastiche con funzione di guardiani presentavano un’altezza variabile, dai 3.5 ai 5.8 metri, e decoravano i principali edifici delle capitali assire. Erano poste ai lati degli ingressi e delle porte degli ambienti di rappresentanza con funzione strutturale e a protezione delle entrate.
Il lamassu appena scoperto è stato rinvenuto a Tell Nabi Yunus a Mosul, uno dei tumuli più importanti di Ninive, tra le rovine della sala del trono di Esarhaddon (681-669 a.C.), sotto il quale l’Assiria raggiunse un nuovo periodo di splendore. Figlio di Sennacherib e padre di Assurbanipal, Esarhaddon salì al potere in seguito a violente lotte intestine divenendo uno dei sovrani più potenti dell’Impero neoassiro. Estese il suo dominio su Cipro e la Siria, e nel 671 a.C. riuscì anche a invadere l’Egitto. Diede avvio, inoltre, alla ricostruzione di Babilonia e al restauro del distrutto tempio di Marduk.
La scultura rinvenuta faceva parte molto probabilmente di una coppia che decorava il portale principale della sala. Scavi precedenti nel sito (che per lungo tempo era stato considerato la tomba del Profeta Giona) avevano già restituito altri esemplari di dimensioni più contenute. In questo luogo le ricerche hanno preso avvio dal 2014 dopo che la moschea che copriva il tumulo era stata distrutta dall’Isis e dal 2018 hanno cominciato ad affiorare elementi dell’architettura assira insieme a tavolette cuneiformi con le iscrizioni dei re Sennacherib, Esarhaddon e Assurbanipal, e ad altri reperti.
Le autorità culturali irachene, in collaborazione con i loro partner tedeschi, progettano di trasformare il sito di Nabi Yunus in un complesso museale che unirà i resti assiri con il patrimonio culturale islamico della Moschea del Profeta Giona.
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