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Margherita Panaciciu
Leggi i suoi articoliL’architettura come atto di cura e responsabilità condivisa. Questo il nucleo fondante del progetto che la Santa Sede presenta a Venezia in occasione della Biennale Architettura. Una mostra che vuole provare a dare la sua visione sulle sfide sociali ed ecologiche di oggi. Come del resto aveva indicato Papa Francesco nell'Enciclica Laudato si', dove si auspicava che tutta l'umanità diventasse realmente abitante di una stessa casa comune. E proprio su tale idea condivisa si fonda «Opera Aperta», un'esposizione che, come indica il nome, si nutre del contributo e della partecipazione di una serie di soggetti. L'obiettivo? Dare nuova vita al Complesso di Santa Maria Ausiliatrice.
Situato nel sestiere di Castello, l'edificio risale al 1171, quando fu fondato come ospizio per i pellegrini; in seguito, divenne l 'ospedale più antico del centro storico e fu trasformato nel XVIII secolo per ospitare un asilo, una scuola e un convitto. Nel 2001, il Comune di Venezia lo ha destinato ad attività culturali: oggi, e per i prossimi quattro anni, sarà gestito dal Dicastero per la Cultura e l' Educazione della Santa Sede, che ne sta curando il restauro come eredità duratura per la città e la sua comunità.
Durante i sei mesi di apertura, il Padiglione della Santa Sede sarà quindi uno spazio in continuo divenire e ospiterà il lavoro collettivo, accanto a quello degli studi di architettura, di associazioni e realtà vive di Venezia, che sono invitate a mettere a disposizione le loro capacità e competenze per creare un progetto aperto a tutta la comunità, offrendo una visione di speranza per il futuro dell'architettura, che valorizza il mondo esistente e coloro che lo abitano. I lavori di restauro dell’edificio, visibili al pubblico dal martedì al venerdì, sono affidati ad artigiani locali e restauratori specializzati nel recupero di opere in pietra, marmo, terracotta, pittura murale e su tela, stucco, legno e metallo. Le impalcature mobili, a supporto dei lavori, fungono anche da arredi, fornendo spazio per le attrezzature e suddividendo lo spazio, consentendo così diverse configurazioni. Parallelamente, l’ UIA - Università Internazionale dell’Arte conduce una serie di workshop di restauro e riqualificazione due pomeriggi alla settimana, il martedì e il venerdì, per trasmettere alle nuove generazioni tecniche tradizionali e garantire la continuità dei mestieri, e rafforzando un impegno a lungo termine per la conservazione di queste competenze.
Oltre al restauro, il progetto integra momenti di incontro e scambio culturale: una grande tavola conviviale, gestita dalla cooperativa nonsoloverde, accoglie, ogni martedì e venerdì, cittadini e visitatori creando così uno spazio di dialogo e condivisione. Opera Aperta coinvolge anche le università cittadine grazie alla collaborazione con l’Università Ca’ Foscari di Venezia, i cui studenti saranno impegnati nella mediazione con il pubblico, e IUSVE (Istituto Universitario Salesiano di Venezia), che saranno coinvolti nella costruzione della comunicazione. In collaborazione con il Conservatorio di Musica “Benedetto Marcello” di Venezia, sono inoltre messi a disposizione spazi per prove musicali e strumenti (pianoforte a coda, pianoforte verticale e clavicembalo ), attivi dal martedì alla domenica e prenotabili online tramite la piattaforma Coopculture (www.coopculture.it).
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