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Marco Riccòmini
Leggi i suoi articoliDandy, insopportabile snob (macché, era pure baronetto), decadente ante litteram, dannunziano (molto ante litteram), o semplicemente vittoriano, ammaliato dal fascino del Vicino Oriente, alcuni potrebbero domandarsi, appena messo piede a Leighton House. Altri, un po’ meno raffinati, potrebbero domandarsi cosa mai si fosse fumato quando diede ordine al suo architetto George Aitchison di costruire la Arab Hall, ovvero «l’atrio arabo» della sua casa nello scicchissimo (anche allora) quartiere londinese di Holland Park.
Dopodiché fu una «passeggiata» girovagare per il Medio Oriente, camuffato (si presume) da beduino, a cavallo d’un cammello, come avrebbe fatto solo pochi anni dopo il suo conterraneo e tenente colonnello Thomas Edward Lawrence, noto al mondo come Lawrence d’Arabia, ad ammassare preziose piastrelle policrome (blu, mi raccomando!) per foderare le pareti del suo spettacolare atrio moresco, coperto da una cupola dorata.
Per non dire, poi della Silk Room (la stanza di seta), interamente rivestita con parati in seta verde, che accoglie la ricca collezione dei dipinti degli amici, tra cui John Everett Millais, John Singer Sargent e Lawrence Alma-Tadema. Senza contare, poi, un pavone impagliato, bronzetti ercolanesi nelle riproduzioni dei fonditori napoletani e, manco a dirlo, sculture e tele dello stesso Leighton, tra le quali il ritratto della bellissima Nanna Risi, celebre modella trasteverina nota come «La Nanna», che il lesto artista inglese soffiò sotto il naso al suo camerata tedesco Anselm Feuerbach, che non solo ne era innamorato, ma che se l’era pure sposata.
Casa e studio di Sir Frederic Leighton, primo barone Leighton
(Scarborough, 1830-Londra, 1896)
Leighton House, 12 Holland Park Rd, Londra

Leighton a lavoro nel suo studio
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