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Laura Giuliani
Leggi i suoi articoliNel corso di lavori preliminari alla realizzazione di un nuovo quartiere alle porte di Narbonne, nel sud della Francia, archeologi dell’Institut National de Recherches Archéologiques Préventives (Inrap) hanno portato alla luce una necropoli conservatasi in maniera eccezionale grazie al limo depositato dalle ripetute inondazioni di un corso d’acqua in prossimità del sito.
Circa 300 tombe, in corso di scavo, stanno restituendo un affresco di quella che doveva essere la società narbonese di allora, tra I e II secolo d.C. All’interno della necropoli, suddivisa da camminamenti, le sepolture, alcune delle quali segnalate da piccoli monumenti e iscrizioni che ne documentano l’appartenenza alla plebe, sono per la maggior parte a incinerazione, accompagnate da brocche in vetro o in ceramica e talvolta associate a contenitori per profumi e a lucerne.
In alcuni casi sono stati rinvenuti oggetti personali e resti di frutti carbonizzati come datteri e fichi che testimoniano la pratica delle libagioni in onore del defunto, quest’ultima raramente attestata in Gallia (presente a Narbonne in una tomba su tre). Il sito sorge in prossimità del Museo Narbo Via, museo progettato dallo studio Foster+Partners che nel 2020 presenterà su una superficie di 8mila mq il ricco patrimonio e la storia della prima colonia romana in Gallia divenuta sotto Augusto «Narbo Martius» florida capitale della provincia Narbonensis.

Alcuni degli oggetti rinvenuti a Narbonne
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