Olga Scotto di Vettimo
Leggi i suoi articoliNella settecentesca Chiesa di San Gennaro, costruita nel Real Bosco di Capodimonte da Ferdinando Sanfelice nel 1745 su commissione di Carlo di Borbone, Santiago Calatrava ha realizzato un intervento di rilettura dello spazio, intervenendo sulle vetrate, nelle nicchie laterali con fiori e foglie che disegnano rami e croci, sul soffitto con 800 stelle in porcellana che formano una croce, e con una nuova illuminazione e nuovi arredi, tra cui paramenti d’altare con sete di San Leucio, vasi e candelabri in porcellana per gli altari, angeli in volo per la nicchia del fonte battesimale e un uovo sospeso sopra l’altare maggiore, prodotti nei laboratori con gli studenti e i maestri artigiani dell’Istituto Caselli - Real Fabbrica di Capodimonte.
Completano la nuova atmosfera di spiritualità della chiesa, dominata dal colore blu oltremare, il restauro dell’antico organo e della campana. «Un’opera d’arte globale in cui diverse arti (porcellana, tessitura, smaltatura, pittura) convergono in un lavoro autonomo che parla dal passato al presente verso il futuro», dichiara l’architetto spagnolo, il cui intervento ha consentito la riapertura di un edificio chiuso da 50 anni.
La scelta di agire nell’edificio con elementi decorativi ispirati al Real Bosco di Capodimonte, come anche alla Cappella degli Scrovegni e al Battistero di Ravenna, che hanno totalmente riletto l’architettura settecentesca, ha suscitato le critiche di chi lo considera un restauro poco rispettoso delle preesistenze. Le scelte decorative di Calatrava nella Chiesa di San Gennaro, tuttavia, si inseriscono in un dialogo che egli intrattiene da tempo con il Museo e Real Bosco di Capodimonte.
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