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Anny Shaw
Leggi i suoi articoliIl Governo britannico ha destinato alle imprese commerciali attive in ambito artistico, comprese le gallerie e le fiere d’arte, un pacchetto di salvataggio da 1,57 miliardi di sterline. Le aziende che hanno potuto usufruire dell’aiuto statale hanno dovuto dimostrare che il loro volume d’affari non sta procedendo in modo sostenibile a causa dell’emergenza determinata dalla pandemia. Il provvedimento è stato pubblicato sul sito web dell’Arts Council England (Ace).
Nel testo si legge che le «società a responsabilità limitata registrate presso Companies House» e con sede in Inghilterra avrebbero potuto richiedere un prestito a lungo termine (oltre a 3 milioni di sterline e rimborsabile al 2% annuo in 20 anni) o una sovvenzione di recupero compresa tra i 50mila e i 3 milioni di sterline.
A differenza del precedente pacchetto di risposta alle emergenze dell’Ace, questo fondo copre «organizzazioni umanitarie, sostenute pubblicamente e completamente commerciali di tutte le dimensioni attive nei settori delle arti, dei musei, del patrimonio, della musica e del cinema indipendente», ha affermato un portavoce del Department for Digital, Culture, Media & Sport (Dcms), aggiungendo che «il finanziamento sarebbe stato prioritario per le imprese di interesse locale, regionale e nazionale».
Oltre a notare che «il Covid-19 ha avuto un impatto sull’intero settore delle arti e della cultura, con organizzazioni di beneficenza e commerciali che devono affrontare molte sfide nei mesi a venire», Peter Heslip, direttore delle arti visive dell’Ace, ha sottolineato: «La portata del Fondo governativo per la ripresa della cultura, che comprende sovvenzioni, un programma finanziario rimborsabile e investimenti di capitale, è senza precedenti ed è stata accolta con grande favore. Un’ampia gamma di organizzazioni culturali commerciali può beneficiare di questo fondo, dalle piccole gallerie indipendenti alle fiere d’arte di fama mondiale, dai fornitori di spazi di lavoro creativi ai produttori d’arte».
Ace distribuirà 500 milioni di sterline del finanziamento, e anche il British Film Institute, l’Historic England e il National Lottery Heritage Fund assegneranno sovvenzioni. Il pacchetto di prestiti vale 270 milioni di sterline. Chi ne ha usufruito avrà fino a quattro anni di tempo per versare la prima rata di rimborso. Per ricevere gli aiuti, le imprese devono essere state finanziariamente stabili prima del Covid-19 e dimostrare di essere «a rischio imminente di fallimento e che hanno fatto tutto il possibile per adottare altre soluzioni», ha affermato il portavoce del Dcms.
Il fondo ha lo scopo di fornire alle imprese un supporto per un periodo di sei mesi affinché possano riaprire entro il 31 marzo 2021, se non l’hanno già fatto. I candidati selezionati hanno dovuto inoltre rispettare una serie di condizioni, tra le quali un congelamento dello stipendio per tutto il personale per almeno 18 mesi e una riduzione del 10% per coloro che percepiscono oltre 150mila sterline all’anno e l’impegno ad azzerare le emissioni nette di gas serra entro il 2050.
Per presentare domanda, le imprese non dovevano aver precedentemente goduto di finanziamenti governativi, dall’Ace o da qualsiasi altro ente pubblico. La prima tranche di finanziamento si è aperta dal 10 al 21 agosto, la seconda dal 21 agosto al 4 settembre. Al primo turno è stato assegnato fino al 75% del bilancio.
A decidere a chi assegnare le sovvenzioni è un board indipendente nominato dal Dcms, presieduto dall’imprenditore Damon Buffini, oltre al presidente dell’Ace Nicholas Serota, il commissario per il recupero culturale Neil Mendoza ed Emma Squire, direttrice per le arti, il patrimonio e il turismo presso il Dcms.

Peter Heslip, direttore delle arti visive dell’Ace (Arts Council England)

Una veduta dell'edizione 2018 di Frieze a Londra
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