Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
Redazione GdA
Leggi i suoi articoliLa riforma «semplificazione» è una magnifica notizia. Potrebbe perfino diventare la riforma delle riforme. Semplificare altre riforme altrettanto necessarie. Semplificare può essere la vera ripartenza di molte attività gestionali, amministrative e produttive le cui ruote sono bloccate dai ceppi di ferro delle complicazioni burocratiche. Ceppi le cui chiavi, come vedremo, sembrano gettate via.
Queste poche righe dovrebbero bastare a rassicurare i lettori più diffidenti sulla nostra convinta adesione a un tale atto vitale di «buon governo». E a un Governo di persone riformiste, competenti e finalmente taciturne che non potremmo stimare di più in contrapposizione al becerismo chiassoso e all’improvvisazione di evidenza stellare che conosciamo. Ma… Ma c’è un ma enorme: un vero «ma-cigno».
Una delle maggiori semplificazioni è quella dei lasciapassare per gli appalti che producono lavoro e ripresa economica. Il principale dei nulla osta è quello delle Soprintendenze che devono evitare traumi e lesioni alla principale risorsa del Paese: il patrimonio artistico e la bellezza paesaggistica. Latrici del famoso sospiratissimo «permesso delle Belle Arti».
Ma le Soprintendenze sono spesso prive di mezzi e di personale, talora non abbastanza esercitato e attrezzato. O troppo invecchiato. Nell’impossibilità di dare le risposte a razzo di cui ha bisogno chi produce.
Questo giornale ha quasi quarant’anni e ricordiamo i tempi in cui le «Belle Arti» avevano un’automobile sola e scassata per visitare decine di cantieri. Quando i soldi della benzina li anticipavano i funzionari. Quando furono obbligati a inventare un escamotage pericolosissimo quanto miserabile: il principio del «silenzio assenso». La rinuncia autoassolta a non fare quello che si deve fare. Una fuga camuffata da «stato di forza maggiore». Una manna per attentatori abusivisti e per funzionari pigri o impreparati, un’umiliazione insopportabile per quelli capaci e operosi. Assenso altrettanto insostenibile quanto l’opposto, immobilista e meno rischioso, «silenzio dissenso». Scappatoie inaccettabili: se una funzione è richiesta, quella funzione «deve» essere data.
Sarebbe una sentenza suicida per l’arte e il paesaggio italiani se questo controllo «semplificato» volesse dire diminuito, impoverito, annacquato. Non c’è dubbio che per la sua assoluta e irrinunciabile necessità esso debba invece venire assicurato da tecnici molto competenti (capaci per esempio di suggerire rimedi e consigliare aggiustamenti, quando possibili, anziché erogare altezzosi e tardivi divieti senza dare motiviazioni). E in tempi brevissimi, esattamente definiti e dunque inderogabili.
È un peccato (ecco il nostro cruccio) che per garantire questo funzionamento dovuto, cioè per «semplificare», il Governo abbia sentito il bisogno di immaginare ex novo una «Supersoprintendenza», speciale e specifica, o una Commissione equivalente, equipaggiata e attrezzata quanto basta. Questo è rassicurante perché significa che il Governo ha la consapevolezza dei rischi. Ma più logico sarebbe stato adeguare le Soprintendenze che già esistono: potenziarle, non svuotarle.
Aver immaginato una via diversa appare dunque una desolante ammissione di sfiducia, di impotenza e di rassegnazione a una malattia reputata insanabile, la certificazione ufficiale di una disabilità cronica. In parole ancora più chiare: una rinuncia o una sconfitta. La sottoscrizione di una resa per molti immeritata.

Altri articoli dell'autore
La mega galleria di Chelsea chiuderà questo autunno mentre la dirigenza lancia una nuova iniziativa, Olney Gleason
Il cuore cuore pulsante del mondo dell'arte commerciale britannica celebra quest'anno il suo centenario
1 maggio 1983: Umberto Allemandi dà vita a «Il Giornale dell'Arte», una data che segnerà la storia culturale ed editoriale del nostro Paese. 30 giugno 1983: nasce la casa editrice, destinata anche in questo caso a rivoluzionare per sempre il modo di esperire la storia dell’arte. 5 dicembre 2024, un nuovo capitolo di questa gloriosa storia: Intesa Sanpaolo, Fondazione 1563 per l’Arte e la Cultura della Compagnia di San Paolo e Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo finalizzano l’acquisizione del 100% dei rami industriali della Società Editrice Allemandi
Dal 2019 è direttrice esecutiva e chief curator dello Zeitz Museum of Contemporary Art Africa (Zeitz Mocaa) a Città del Capo