Cristina Ruiz
Leggi i suoi articoliLa curatrice del padiglione turco alla prossima Biennale di Venezia, Esra Sarigedik Öktem, ha rassegnato il 14 agosto le dimissioni, adducendo come motivazione il trattamento riservato dalla Fondazione Istanbul per la Cultura e le Arti (Iksv) alla sua «cara amica e collega Defne Ayas» e la necessità di essere «vigili» per «evitare conflitti di interesse che potrebbero sorgere». Öktem è una curatrice e mercante d’arte la cui galleria rappresenta Gülsün Karamustafa, l’artista e regista scelta dall’Iksv per il padiglione turco alla Biennale di Venezia del prossimo anno. Nei giorni scorsi l’Iksv, che coordina sia la Biennale di Istanbul sia il padiglione turco alla Biennale di Venezia, ha respinto la raccomandazione del comitato consultivo, che aveva selezionato Ayas, curatrice di origine turca e residente a Berlino, per organizzare la prossima edizione della Biennale di Istanbul che si aprirà nel settembre del prossimo anno. Al suo posto, l’Iksv ha nominato Iwona Blazwick. Blazwick, ex direttrice della Whitechapel Gallery di Londra, era membro del comitato consultivo della Biennale al momento della sua selezione. La sua nomina solleva preoccupazioni per i gravi conflitti di interesse dell’Iksv.
Un altro potenziale conflitto di interessi nasceva dalla scelta di Esra Sarigedik Öktem per curare il padiglione turco a Venezia il prossimo anno. Öktem è stata indicata dall’artista selezionata per rappresentare la Turchia a Venezia, Gülsün Karamustafa. In un post su Instagram in cui spiega le ragioni delle sue dimissioni, Öktem ha affrontato di petto il potenziale conflitto: «In qualità di rappresentante professionale di Gülsün Karamustafa e di direttrice fondatrice della galleria BuroSarigedik, volevo evitare qualsiasi conflitto di interessi che il mio nuovo ruolo di curatrice avrebbe potuto presentare. Per questo motivo, io e il mio team abbiamo riorganizzato il flusso di lavoro dell’ufficio e ridefinito il mio ruolo in modo da tenermi separata dalle operazioni quotidiane del lato commerciale della rappresentanza di Gülsün Karamustafa», ha scritto.
Le pratiche per la selezione di artisti e curatori per i padiglioni nazionali a Venezia possono variare. Come la Turchia, alcuni Paesi selezionano gli artisti e poi lasciano che questi scelgano il proprio curatore o abbiano un ruolo importante nella selezione. Altri Paesi, come la Nigeria e il Benin, che parteciperà alla Biennale di Venezia il prossimo anno per la prima volta, hanno nominato curatori o team curatoriali e affidato loro la selezione degli artisti. È tuttavia molto insolito che un padiglione nazionale sia curato da un gallerista dell’artista stesso; il più delle volte il compito è affidato a curatori museali o indipendenti. Nella sua dichiarazione su Instagram, Öktem ha osservato che «i recenti eventi» che hanno coinvolto Ayas «hanno evidenziato la necessità di un processo di selezione più trasparente... Gli sviluppi degli ultimi giorni mi hanno portato a ripensare le mie decisioni; non solo a livello professionale, ma come individuo con un’acuta consapevolezza dei precedenti e delle eredità che lasciamo alle generazioni future».
«Anche se abbiamo già subito grandi cambiamenti a BuroSarigedik sia a livello di leadership che a livello operativo, ho deciso che devo essere ancora più vigile nell’evitare conflitti che potrebbero sorgere in modi che al momento non posso prevedere», ha inoltre scritto. Vasif Kortun, scrittore e curatore che vive a Istanbul, ha organizzato due edizioni della Biennale di Istanbul e il primo padiglione turco a Venezia nel 2007 su invito del curatore generale della Biennale Robert Storr. Commentando le dimissioni di Öktem, ha dichiarato: «Esra, una collega e una cara amica, è stata scelta da Gülsün Karamustafa. Tuttavia, si dà il caso che sia anche la direttrice di un’ente magari non esclusivamente commerciale, ma comunque ente a scopo di lucro, e che rappresenti effettivamente Gülsün. Esra ha origini nel settore non profit e non vedeva l’ora di fare la mostra e si è personalmente ritirata dall’attività commerciale fino alla fine della mostra di Venezia, ma non è stata una decisione saggia vista la “pagella” dell’Iksv. In questo periodo siamo messi sotto esame».
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