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Gli interni del Museo Cappella Sansevero a Napoli. Foto: Marco Ghidelli

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Gli interni del Museo Cappella Sansevero a Napoli. Foto: Marco Ghidelli

Le strategie del Museo Cappella Sansevero

L’istituzione napoletana fa passi avanti sulle vie dell’accessibilità e dell’inclusione

Olga Scotto di Vettimo

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«Consapevole della grande responsabilità della direzione del Museo Cappella Sansevero, continuerò sulla via tracciata da Fabrizio Masucci per la valorizzazione del patrimonio storico-artistico e per l’accoglienza dei nostri visitatori», dichiara Maria Alessandra Masucci all’indomani dell'insediamento alla presidenza e direzione del Museo Cappella Sansevero.

Subentrando lo scorso agosto al fratello Fabrizio, che in 10 anni di mandato ha contribuito in modo determinante a consolidare la fama internazionale del museo, già come consigliere d’amministrazione la neopresidente aveva inciso nello sviluppo di progetti mirati all’inclusione sociale, ambito d’azione di assoluto rilievo per il museo napoletano.

Dal 2018, avvalendosi di competenze altamente qualificate, la Cappella Sansevero ha investito in una progettualità innovativa finalizzata all’inclusività. Dapprima con «Sansevero in Lis», realizzato in collaborazione con l’Ente Nazionale Sordi (Ens) Sezione Provinciale di Napoli e l’Associazione Progetto Museo (per la formazione degli operatori), il museo ha sviluppato un’offerta di visite gratuite in Lis (Lingua dei Segni Italiana) condotte da guide sorde, garantendo ai cittadini sordi una fruizione diretta.

Da febbraio 2020, in collaborazione con la Cooperativa sociale Il Tulipano e il contributo scientifico del Dipartimento di Scienze mediche traslazionali, del Dipartimento di Architettura dell’Università «Federico II» e del Dipartimento di Scienze motorie e del benessere dell’Università Parthenope, il museo ha promosso «Sansevero in Blu», progetto rivolto a ragazzi con disturbo dello spettro autistico (il blu è il colore dell’autismo).

Le visite su prenotazione con accompagnatore o in autonomia si rifanno ai principi dell’«autism friendly». A dicembre, inoltre, è stato avviato il progetto «DescriVedendo», realizzato con l’Associazione Nazionale Subvedenti Odv, che dedica una speciale sezione dell’audioguida del museo agli ipovedenti, i quali, dopo un’accurata descrizione volta a costruire una mappa mentale del percorso, sono accompagnati a visitare la Cappella, il «Cristo velato», la «Pudicizia», il «Disinganno» e «Le macchine anatomiche» ospitate nella cavea sotterranea.

Gli interni del Museo Cappella Sansevero a Napoli. Foto: Marco Ghidelli

Olga Scotto di Vettimo, 04 gennaio 2022 | © Riproduzione riservata

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