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Giusi Diana
Leggi i suoi articoli«Milano ’90», è una piccola ricostruzione storica ricca di stimoli, anche se ovviamente parziale, di una stagione creativa che possiamo analizzare a distanza, a partire dagli artisti che gravitavano intorno a Corrado Levi e al suo studio in via San Gottardo. La mostra curata da Giorgio Verzotti è proposta fino al 30 gennaio dalla galleria Francesco Pantaleone Arte Contemporanea, che nel 2017 ha aperto una sede nel capoluogo lombardo e lavora con alcuni artisti in mostra.
A partire dalla metà degli anni ’80 il centro della scena a Milano fu assunto dall’occupazione di alcuni spazi come l’ex fabbrica Brown Boveri a Isola, dove gravitavano Stefano Arienti, Amedeo Martegani, Mario Dellavedova, Massimo Kaufmann, mentre nell’89 veniva occupato lo spazio di via Lazzaro Palazzi autogestito da alcuni allievi di Luciano Fabro, che insieme ad Alberto Garutti ebbe una importante influenza su più di una generazione. Altri arrivarono dopo, attratti dal nuovo fermento cittadino.
Di Luca Vitone sono presenti due lavori, «L’invisibile informa il visibile», una carta topografica illegibile e «Non siamo mai soli. Tavoli» del 1994; mentre «Musica da arredamento» è una tecnica mista del ’93 di Mario Airò. Di Massimo Kaufmann vengono esposti dei trittici di pesi da bilancia in rosso, blu e oro, le «Annunciazioni»; di Mario Dellavedova «Sorpresa» del ’96, una piccola scatola in palissandro con inserti in argento.
Tra gli altri artisti in mostra Stefano Arienti con un silicone su carta velina del ’94, Armin Linke e Vedovamazzei. Non poteva mancare, con «Spermini», un’opera del 1997 di collezione privata, Maurizio Cattelan, milanese d’adozione, che proprio a Palermo nel 2001 presentò la scritta «Hollywood» sopra la collina della discarica di Bellolampo.

«Musica da arredamento» di Mario Airò (1993)
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