Olga Scotto di Vettimo
Leggi i suoi articoliAccessibilità e anti-abilismo, diversità e inclusione, arte e benessere, sostenibilità, il futuro delle strutture istituzionali: sono i cinque temi attorno ai quali si è svolto a Napoli il primo Edi Global Forum Education and Integration, che ha coinvolto dall’11 al 14 ottobre circa 180 istituzioni provenienti da molti Paesi del mondo. Un progetto di vasta portata, soprattutto se osservato attraverso la lente dell’attuale crisi: «Il Forum si svolge in un contesto complesso di cambiamento: pandemie, guerre e crisi economiche stanno evidenziando questioni globali impellenti. In questo scenario è imperativo ripensare con le istituzioni della conoscenza per costruire le basi di un futuro più sostenibile», ha dichiarato il 13 ottobre in apertura dei lavori Maurizio Morra Greco, presidente della Fondazione Morra Greco che ha ideato il progetto, coordinato da Alessandra Drioli e realizzato con il contributo delle Regione Campania. Presente anche Vincenzo De Luca, presidente della Regione Campania, che è intervenuto sottolineando il ruolo della cultura come presidio della società e la necessità per gli amministratori e per la politica di investire in questo campo.
«We are Edi» è il claim utilizzato per la comunicazione del forum, che anche nella scelta grafica ha voluto evidenziare il senso di comunità che contraddistingue il progetto, lavorando sul «segno-colore» ottenuto partendo dalle bandiere dei 5 continenti da cui provengono le 180 istituzioni partecipanti. Una tre giorni di confronto sulle pratiche e sulle strategie da adottare per la didattica museale, coerenti con le più urgenti questioni, corrispondenti ai cinque temi/parole chiave, attorno alle quali sono stati costruiti dialoghi e confronti.
Tra queste, «sostenibilità»: la risposta di Edi alle buone pratiche è aver realizzato un evento carbon-neutral, attraverso il partenariato con il Gruppo Indistriale Tecno che ha determinato le emissioni di Co2 generate nel corso dell’evento e le ha neutralizzate con tre diversi progetti di mitigazione ambientale e sociale (in Cina, in Pakistan e in India), scelti da ciascun partecipante attraverso un Qr code. La mattina è proseguita con i «keynote speach» dell’architetto Mario Cucinella sul tema dell’empatia creativa come strumento di progettazione del futuro soprattutto per gli spazi di apprendimento, e di Helen Charman (Director Learning, National programmes and Young, Victoria and Albert Museum di Londra) sui progetti educativi di co-design pensati per la generazione Alpha (i nati dopo il 2010).
A seguire due sessioni di workshop pomeridiani, ciascuno rivolto a 30 iscritti, che si sono svolti in parallelo, coinvolgendo alcuni dei luoghi di cultura più noti della città: al Complesso di San Domenico Maggiore il MoMA di New York e il Castello di Rivoli hanno lavorato sul tema dell’«embodiment in art and education», mentre il Museo Reina Sofìa di Madrid e il Museion di Bolzano hanno proposto un workshop esperenziale utilizzando la danza e il movimento del corpo; all’Accademia di Belle Arti di Napoli il Kunstenfestivaldesarts di Bruxelles e Fondazione Cittadellarte di Biella si sono confrontati su pratiche di immaginazione generativa e di co-design, mentre il Luma Foundation di Zurigo e Arles e la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino hanno messo in evidenza la profonda interconnessione tra il benessere individuale e la cura del pianeta.
Alla Fondazione Morra Greco, l’ente ospitante con Officine Gomitoli-Dedalus Cooperativa Sociale di Napoli e Multaka di Berlino hanno condiviso gli approcci nel coinvolgimento di comunità di migranti, mentre il Museo Civico di Castelbuono e il Pac di Milano hanno indagato le modalità per trasformare la scarsità di risorse in un’occasione per la creatività; a Palazzo Corigliano, la National Gallery di Singapore e Palazzo Grassi di Venezia hanno suggerito modalità per estendere il museo oltre i propri confini fisici, mentre Argos e Ogr-Officine Grandi Riparazioni di Torino hanno lavorato sui falsi miti che nutrono il tema dell’abilismo; al Museo Madre di Napoli e il Rijkmuseum di Amsterdam hanno evidenziato le «amnesie delle collezioni» e i preconcetti della storia dell’arte; al Complesso museale di Santa Maria delle Anime del Purgatorio ad Arco, manifesta ha condotto un workshop itinerante per coinvolgere il territorio; al Complesso monumentale di Sant’Anna dei Lombardi, Palazzo delle Esposizioni di Roma e il Louisiana Museum of Art hanno sviluppato un lavoro multisensoriale che investe il corpo e la natura.
Ad ospitare l’intera seconda giornata (13 ottobre), invece, è stato il Museo e Real Bosco di Capodimonte, con un programma di lavori altrettanto fitto, inaugurato nel Salone delle feste con gli interventi del direttore Sylvain Bellenger e di Rosanna Romano (direttore generale per le Politiche Culturali e il Turismo della Regione Campania), che ha sottolineato l’importanza di EDI come occasione per patrimonializzare esperienze attraverso il principio del fare rete, ispiratore anche dalle politiche culturali della Regione Campania, tra cui l’impegno per il progetto ARCA, ecosistema digitale del patrimonio materiale e immateriale campano.
A seguire la keynote lecture di Mark Miller (direttore, Tate Learning, Tate Museum di Londra) sull’urgenza dell’adeguamento di codici, toni e forme del linguaggio all’interno dei musei d’arte, per intercettare i processi di trasformazione sociale, politica e culturale in corso.
Successivamente, una nuova sessione di workshop si è svolta in parallelo nei diversi ambienti del museo: MCA Australia e il Centro Pecci di Prato sul tema dell’espressioni delle emozioni e sull’ampliamento delle conoscenze attraverso le arti; il Moderna Museet di Stoccolma e lo Stedelijk Museum di Amsterdam sul contributo dei musei alla cultura democratica e del benessere; Wiels di Bruxelles e il Museum of Modern Art di Varsavia sul tema delle strategie di mediazione culturale; il Getty Museum e il MAMbo di Bologna sulla trasformazione dell’esperienza museale in funzione di nuovi pubblici e dei futuri addetti ai lavori; la Pinacoteca di San Paolo del Brasile e il Mann di Napoli sulle strategie di inclusione di comunità differenti all’interno dello spazio museale; Kiasma di Helsinki e il Museo e Real Bosco di Capodimonte sulle politiche di green economy e sostenibilità; Qagoma (Gallery of Modern Art in Australia) e il giapponese Mori Art Museum su esperienze didattiche partecipative che includano anche gli artisti; Smak di Gand e Museumdienst Koln sull’arte come esperienza del benessere negli ospedali e negli spazi pubblici; Casa Morra sul museo come luogo di memoria, mentre il Pav Parco Arte Vivente di Torino ha lavorato sulla produzione culturale del mondo rurale.
Il pomeriggio si è concluso con l’intervento di padre Loffredo, testimonianza di come l’attivazione di processi virtuosi, che coinvolgono e responsabilizzano la comunità, possono produrre trasformazione sociale e crescita culturale ed economica di un territorio (il caso del Rione Sanità di Napoli). Una forte accelerazione nei processi è avvenuta durante la sessione di progettazione partecipata, durante la quale i rappresentati delle 180 istituzioni presenti hanno costituito diversi ambienti collaborativi, dividendosi in gruppi, che, sparsi nelle sale del museo, hanno affrontato una o più macroaree tematiche tra quelle che hanno sostanziato il Forum. Portatori di interessi comuni, questi gruppi eterogenei hanno lavorato per individuare strategie di azione da attuare anche dopo l’evento napoletano e per arricchire la piattaforma EDI di scambi, contenuti, idee e progetti secondo il principio della trasversalità, mettendo insieme piccole e grandi istituzioni normalmente non dialoganti.
La giornata conclusiva al Mann (14 ottobre), dopo i saluti del direttore del museo Paolo Giulierini e di Adele Maresca Compagna (presidente Icom Italia), che ha storicizzato la comparsa della parola «educazione» nei documenti dell’Icom, è stata dedicata a una restituzione sintetica e informale delle proposte avanzate, da cui è emerso un grande entusiasmo per la possibilità di sviluppare collaborazioni tra dipartimenti educativi dei vari musei e il desiderio di procedere con la co-progettazione. Con il tour guidato dai rispettivi direttori al museo archeologico nazionale e alle Gallerie d’Italia-Napoli, sede ospitante del saluto pomeridiano, questa propositiva comunità internazionale della didattica dell’arte si è temporaneamente salutata, con il comune impegno di rincontrarsi di lì a poco online sulla piattaforma EDI che garantirà continuità e durata alle proposte del network, in attesa di una nuova edizione del forum a Napoli nel 2023.
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