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Interno della tomba degli Hescana a Porano (fine del IV secolo a.C.)

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Interno della tomba degli Hescana a Porano (fine del IV secolo a.C.)

Umbria etrusca: i territori di Orvieto e Perugia

Le aree archeologiche d’interesse intorno alle due città principali dell’area etrusca nella regione

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Giuseppe M. Della Fina

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Per gran parte del I millennio a.C. il fiume Tevere ha diviso l’attuale regione Umbria in due aree d’influenza: su una sponda, le terre controllate dagli Umbri; sull’altra, quelle dove erano insediati gli Etruschi. Perugia e Orvieto (Velzna) erano le due città-principali dell’area etrusca e la forza veniva dalla vivacità delle loro classi dirigenti e dalla fertilità dei territori che controllavano. Ci si può soffermare su quelli su cui insistono oggi quei borghi che impreziosiscono la regione.

Per la zona d’influenza di Orvieto si possono citare tre paesi: Porano, Castel Giorgio e Castel Viscardo. Il primo è il più prossimo alla città e ha restituito tre tombe dipinte d’interesse notevole: due, denominate Golini I e II dal cognome dello scopritore, vennero rinvenute nel 1863, l’altra degli Hescana dal nome della famiglia che la fece costruire nel 1883. Furono rinvenimenti d’impatto notevole in grado di spostare gli interessi del mondo archeologico su quest’area. Gli affreschi delle Golini, staccati dalle pareti nel 1950, si possono ammirare oggi all’interno del Museo Archeologico Nazionale di Orvieto.

Nella Golini I, accanto a scene più tradizionali, sono raffigurati eccezionalmente i preparativi per un banchetto. A Porano sono visitabili, su prenotazione, le tombe caratterizzate dalla presenza di un lungo corridoio di accesso (info: associazione Acqua, tel. 340 4938040; email: ecomuseoetruschiporano@gmail.com). Gli affreschi della tomba degli Hescana sono ancora in situ: attualmente sono in fase di restauro, ma nei prossimi mesi torneranno visitabili sempre su prenotazione.

L’attuale territorio comunale di Castel Giorgio è quasi completamente compreso nell’altopiano dell’Alfina, che fungeva da cerniera tra Velzna (Orvieto) e la sponda del lago di Bolsena, dove, più tardi, i Romani trasferirono gli abitanti della città etrusca conquistata (264 a.C.).  Il nuovo centro, con l’affermarsi della lingua latina, assunse il nome di Volsinii. L’altopiano era sfruttato intensamente sul piano agricolo e da queste terre, come ha suggerito Giovanni Colonna, proveniva gran parte dei cereali che Velzna fornì a Roma durante le carestie che la colpirono durante il V secolo a.C. Diverse sono le aree archeologiche che la ricerca ha riportato alla luce a partire dall’Ottocento: si possono ricordare, almeno, le necropoli del Fattoraccio e di Lauscello.

Significative presenze etrusche sono state rinvenute anche nel limitrofo comune di Castel Viscardo: qui un’importante necropoli è stata rinvenuta in località Caldane. I corredi di due delle tombe più rilevanti sono esposti ora nella mostra «Il volto del passato» allestita all’interno del Museo Etnografico e del Cotto (informazioni e orari di aperture sui canali social del museo). Lungo il percorso espositivo si possono osservare anche reperti recuperati nell’area archeologica di Coriglia: quella che appariva inizialmente come un insediamento di età romana si sta rivelando una realtà più complessa e in relazione con le vie di comunicazione presenti nel territorio dalla fase tardo-etrusca al XIV secolo d.C. Gli scavi vengono condotti dal 2006 dal Saint Anselm College (Manchester, New Hampshire) sotto la direzione di David Brian George e Claudio Bizzarri.

Per quanto concerne l’area di influenza di Perugia, si segnala, in particolare, Corciano inserito tra i borghi più belli d’Italia. Qui si può visitare l’interessante Antiquarium Comunale, che accoglie reperti di varie epoche. Soffermandosi su quelli di età classica, vanno segnalati, almeno, la sepoltura principesca di Castel San Mariano, di cui è esposta, una copia del carro; i materiali del corredo di alcune delle tombe scavate nella necropoli di Strozzacapponi. Vi è esposta, in particolare, la tomba della famiglia Anei Marcna rinvenuta nel 2008 con le sue urne funerarie policrome e i resti di letti funebri di cui si conservano elementi in bronzo di bellezza notevole. Una delle urne con la scena del commiato presenta eccezionalmente le lacrime dipinte sui volti dei coniugi.
 

Reperti esposti alla mostra «Il volto del passato»

Particolare di reperti esposti alla mostra «Il volto del passato»

Un disegno di Adolfo Cozza della tomba Golini I (1881-82)

Giuseppe M. Della Fina, 14 agosto 2023 | © Riproduzione riservata

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