Bianca Bozzeda
Leggi i suoi articoliIl 30 novembre, nelle sale del Palazzo dei Normanni (antica sede del Parlamento del Regno di Sicilia), il responsabile del Dipartimento Cultura del Pd Sicilia Manlio Mele ha presentato il «Manifesto sui Diritti e Doveri culturali», il primo a livello italiano ed europeo.
Frutto di una collaborazione tra cittadini e personalità del mondo culturale (tra cui Monica Amari, Ersilia Saverino e Lorenzo Palumbo), il Manifesto mette l’accento sulla responsabilità della generazione presente su quelle a venire, riconoscendo che «non vedere riconosciuti i propri diritti e i propri doveri culturali costituisce una minaccia per l’intera umanità che corre il rischio di scivolare verso un processo involutivo».
Tra i relatori, l’esperta di politiche culturali Monica Amari, che sottolinea come si debba «cominciare a parlare di stato culturale, e non solo di stato sociale», e Roberto Albergoni, presidente dell’associazione MeNO (Memorie e Nuove Opere), già direttore generale di Manifesta 12, che commenta: «Il Manifesto costituisce il primo passo per trasformare i diritti e i doveri culturali in norme e procedure in grado di esigere sia il rispetto delle libertà, sia l’assunzione di responsabilità culturali.
Le convenzioni e le carte internazionali, come Faro e Friburgo, hanno indicato un percorso chiaro e irreversibile che i Parlamenti nazionali o regionali devono percorrere per restituire alla cultura un valore universale e primario non vincolato alle regole dei mercati. Una prima azione concreta indicata dal Manifesto è l’istituzione del Garante dei Diritti e dei Doveri culturali».
Accanto ai diritti, indispensabili alla dignità individuale e allo sviluppo di una cittadinanza consapevole, il Manifesto individua i doveri a cui devono attenersi i soggetti responsabili della gestione del patrimonio, incaricati di garantire un equo accesso alla cultura.
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