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Tina Lepri
Leggi i suoi articoliMassa Carrara. «Scavare senza sosta la montagna, le cavi di Massa Carrara, come se fosse un panetto di burro è più che stupido. Presto un vento del nord si infilerà laddove prima la montagna faceva barriera e congelerà tutto e tutti, anche quelli che con la pancia piena guardavano gli altri mangiare». È il messaggio dell’attore Mario Perrotta, vincitore del premio Ubu 2015 (miglior progetto artistico con «Ligabue arte marginalità e follia») che firma con Salvatore Settis, Andrea Camilleri, l’ex presidente della Corte Costituzionale Paolo Maddalena e decine di intellettuali e scrittori, l’ennesimo appello diretto soprattutto alla Corte Costituzionale «in difesa delle Alpi Apuane e contro la privatizzazione voluta dalle aziende delle cave». L’appello degli intellettuali serve a chiedere alla Corte di «riconoscere la nullità della pretesa di privata proprietà sui cosiddetti “beni estimati”», ossia la concessione sugli agri marmiferi di Carrara iscritti all’estimo (oggi catasto) nel 1751. Undici imprese che scavano a Carrara, rivendicano non solo la proprietà privata, ma la concessione perpetua in base all’estimo di secoli fa.
La battaglia per le Apuane dura ormai da anni: hanno firmato anche Moni Ovadia, Giuseppe Ugo Rescigno, Tomaso Montanari, Roberta De Monticelli, Paolo Baldeschi, Maria Pia Guermandi e le associazioni storiche (Italia Nostra, Legambiente, Arci, e gli ecologisti del Gruppo d’Intervento Giuridico onlus) impegnate nella difesa delle montagne «sbriciolate, dove è scomparso anche il tritone».
«L’ultima aggressione, scrive l’Arci Massa Carrara, è la pretesa di alcune grandi imprese del marmo e del carbonato di calcio di rivendicare la proprietà di una parte importante dei giacimenti marmiferi di Carrara approfittando del contenzioso aperto presso la Corte Costituzionale dal governo contro la nuova legge sulle cave della Regione Toscana».
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L'appello chiede di salvare le Alpi Apuane, i marmi e i tritoni
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