Edek Osser
Leggi i suoi articoliDopo più di due anni di inutili ricorsi al Tar si è finalmente conclusa la vicenda della duecentesca Certosa di Trisulti a Collepardo (Frosinone) oggi proprietà dei monaci cistercensi. Con un’ultima, definitiva decisione del 15 marzo, il Consiglio di Stato ha dato ragione al Ministero della Cultura: gli estremisti cattolici dell’associazione americana Dignitatis Humanae Institute (Dhi) devono andarsene e lasciare che la Certosa torni allo Stato e sia luogo aperto alle comunità locali.
La storia era iniziata nel 2017 con un concorso del Ministero dei Beni culturali che intendeva dare in concessione e affittare l’intera struttura dell’antica Certosa a un’organizzazione che ne curasse la tutela e la facesse rivivere. Aveva vinto l’associazione Dhi che fa capo a Steve Bannon, ex «chief strategist» e stretto collaboratore di Donald Trump, il quale aveva deciso di trasformare le strutture della Certosa in una «scuola di sovranismo», un centro internazionale di formazione politica, una specie di collegio per addestrare i nuovi sovranisti sulla base di un’ideologia ultracattolica e antieuropeista.
Nel 2018, firmati i contratti, Franceschini aveva poi tentato di revocarli per vie legali. Aveva infatti impugnato l’esito del concorso, vinto dal Dhi presentando un curriculum basato perfino su documenti falsificati, mentre mancava dei requisiti necessari per gestire la struttura. Ma il Tar di Latina, tra 2019 e 2020, aveva dato ragione al Dignitatis Humanae Institute. La sentenza del Consiglio di Stato del 15 marzo ha sancito in via definitiva che la richiesta di annullamento della concessione avanzata dal Ministero della Cultura è corretta e quindi l’avventura della scuola sovranista dovrebbe essere conclusa.
Le reazioni del responsabile italiano del Dhi Benjamin Harnwell e soprattutto quella di Bannon, tuttavia, sono state molto chiare: non intendono andarsene da Trisulti e pensano a un ulteriore ricorso, forse in Cassazione, anche se la sentenza del Consiglio di Stato è già esecutiva. La prima risposta a quella sentenza è venuta dallo stesso Bannon: una serie di insulti all’Italia.
«Ci rifiutiamo, ha detto il 16 marzo alla testata web americana "Daily Beast", di essere fermati dalla burocrazia corrotta che infesta il governo italiano. […] Questo è il genere di cose che ti aspetti dai Paesi del terzo mondo, non da una nazione che ha fondato la civiltà occidentale. […] Abbiamo intenzione di fare appello e di vincere».
Subito dopo Harnwell ha confermato la volontà di non rispettare la sentenza del Consiglio di Stato: il Ministero aveva dato un mese di tempo all’associazione Dhi per lasciare la Certosa, ma la data è scaduta e i suoi rappresentanti, con a capo Harnwell, per ora non si sono mossi. Il Ministero ha comunque la possibilità di chiedere l’intervento della forza pubblica per liberare la struttura, e sembra deciso a farlo. Dopo lo sfratto, del Dhi resteranno però i debiti. Nell’ultimo anno non sono stati pagati i tributi comunali a Collepardo, i canoni di affitto dovuti al Ministero e ben 240mila euro di Imu.
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