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Stefano Miliani
Leggi i suoi articoliSe i danni del sisma del 2016 ancora corrodono tanti borghi e chiese del Centro Italia, l’Arcidiocesi di San Severino Marche e Camerino risarcisce parte di quelle ferite: l’11 giugno a San Severino, presente Vittorio Sgarbi, si inaugura nel Palazzo Vescovile Scina-Gentili il MARec, ossia il Museo dell’arte recuperata. Lo dirige Barbara Mastrocola: «Ridiamo casa a opere che altrimenti rimanevano in attesa di tornare nelle chiese d’origine.
La scelta scientifica rispetta i luoghi di provenienza, per cui nei dodici ambienti affrescati al piano nobile si trovano le sale di Visso, di Fiordimonte e così via». Al secondo piano il museo ha un deposito di altre opere e un laboratorio di restauro: «Abbiamo attivato collaborazioni con l’Istituto centrale del restauro, con l’Accademia di Belle arti di Macerata e con l’Università di Camerino». Al terzo piano ci sono un altro deposito, uffici, la sala didattica. Un centinaio le opere dal Tre al Settecento esposte.
Oltre a paramenti e oreficerie, Mastrocola cita la lignea Madonna di Macereto, dipinti di Giovanni Boccati, Pietro Alemanno, Lorenzo d’Alessandro, il Pinturicchio. Il MARec è stato realizzato con un finanziamento inserito dalla Commissione Europea nel Por-Fesr (tramite la Regione Marche). Al restauro di numerose opere ha contribuito la Fondazione Cassa di Risparmio di Macerata, per altre la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle Marche. Il catalogo esce in settembre. Ingresso gratuito.

«San Severino» Lucantonio di Giovanni Barberetti
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