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Luana De Micco
Leggi i suoi articoliHa preso il via la rassegna della Valle della Loira che, lungo tutto il 2019, ricorda i 500 anni dalla morte di Leonardo, avvenuta il 2 maggio 1519 ad Amboise. I francesi l’hanno chiamata «Viva Leonardo il visionario!» e hanno fatto le cose in grande: la Regione ha investito 2 milioni di euro, scelto per «ambasciatore» il noto presentatore tv Stéphane Bern (a cui il presidente Macron ha assegnato la missione di «listare» i siti del patrimonio storico francese in pericolo) e organizzato con Atout France, l’agenzia francese di sviluppo turistico, un tour internazionale di promozione che da settembre 2018 ha attraversato 11 Paesi, toccando San Paolo, New York, Shanghai, Berlino, Mosca e ancora Tokyo.
L’obiettivo di Parigi è noto: raggiungere i 100 milioni di visitatori in Francia nel 2020 e l’«anno Leonardo», nella regione patrimonio dell’Unesco dei Castelli della Loira, seconda destinazione turistica in Francia dopo Parigi, è un motore per dare impulso al turismo.
Un anno di eventi (più di 500), che inizia però con le polemiche sui prestiti delle opere di Leonardo dei musei italiani alla mostra che il Louvre dedicherà da ottobre al genio toscano. Lo scorso novembre la sottosegretaria leghista alla Cultura, Lucia Borgonzoni, ha messo in bilico gli accordi presi dal precedente Governo come forma di ripicca al fatto che il museo parigino non concede in prestito la «Gioconda» e che «Leonardo è italiano, aveva detto, mentre in Francia ci è solo morto».
Non si sa se la rassegna della Loira risentirà del clima di tensione politica tra i due Paesi, che va al di là della cultura. Un incontro tra Macron e il presidente del Consiglio Giuseppe Conte previsto a Chambord non è stato ancora confermato. Al di là delle polemiche, l’anno Leonardo è invece all’origine di una collaborazione tra la Regione Centro-Valle della Loira e la Regione Toscana, che al genio del Rinascimento ha dato i natali.
L’intesa siglata nel novembre 2018 tra l’assessore alla cultura Monica Barni e François Bonneau, presidente della Regione Centro-Valle della Loira, favorirà scambi e cooperazione anche oltre il 2019. «Il Rinascimento è un momento unico nella storia, in cui sono stati rovesciati i dogmi stabiliti e l’uomo è stato messo al centro dell’universo. Il nostro obiettivo è di far venire il mondo intero sulla Loira, non solo per far crescere il numeri del turismo, ma per invitare i visitatori a un nuovo Rinascimento», ha detto Bern alla presentazione della rassegna che si è tenuta l’11 dicembre al Ministero francese degli Esteri.
Impossibile citare tutte le manifestazioni (il programma completo è sul sito www.vivadavinci2109.fr) che si articolano su 4 tematiche: scienza e innovazione, arti e cultura, storia e patrimonio, «art de vivre» e gastronomia. Al centro delle celebrazioni c’è la città di Amboise. Leonardo vi giunse nel 1516 su invito del re Francesco I. Nei suoi bauli, il maestro 64nne portò con sé appunti, manoscritti e tre dipinti, «La Gioconda», il «San Giovanni Battista» e la «Sant’Anna». Il re gli mise a disposizione il castello di Cloux (l’attuale Clos Lucé) dove Leonardo morì tre anni dopo.
Il Clos, dove si visitano le stanze e la ricostituzione dell’atelier di Leonardo, espone il grande arazzo dell’«Ultima Cena» realizzato nel 1533 dal fiammingo Pieter van Aelst, prestato per la prima volta dai Musei Vaticani (6 giugno-2 settembre).
Il Castello di Amboise accoglie la mostra «1519, la morte di Leonardo da Vinci: costruzione di un mito» intorno al quadro di François-Guillaume Ménageot, «La mort de Léonard» del 1781 (2 maggio-31 agosto). Il Castello di Chaumont allestisce i paesaggi onirici del premio Nobel per la Letteratura Gao Xingjian (27 marzo-3 novembre), mentre Chenonceau rende omaggio a Caterina de’ Medici, di cui ricorrono i 500 anni dalla nascita (il 13 aprile 1519, a Venezia).
Al Castello di Chambord, a 500 anni dall’inizio dell’imponente cantiere della sua costruzione, si tiene la mostra «Chambord 1519-2019: dall’utopia all’opera» (2 maggio-2 settembre) che fa il punto sul ruolo del genio vinciano nel progetto architettonico del castello e in particolare della famosa scala a doppia elica. La mostra dovrebbe allestire alcuni fogli del «Codice Atlantico» prestati dalla Biblioteca Ambrosiana di Milano.

Il castello di Amboise. © Manfred Heyde
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