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Laura Lombardi
Leggi i suoi articoliNel 1992 la «Madonna del Parto» di Piero della Francesca lasciò la cappellina del cimitero poco distante dal piccolo centro abitato, dove l’affresco era stato collocato nel Settecento staccandolo dal luogo per cui era stato concepito, la chiesa di Santa Maria in Momentana.
La nuova collocazione è l’edificio dove tuttora si trova, nel centro di Monterchi, allestito ad hoc per accoglierla, operazione motivata certamente da ragioni di sicurezza conservativa ma anche da interessi economici per attrarre più turisti, altrimenti solo di passaggio. L’operazione aveva destato all’epoca alcune polemiche, essendo il Museo Civico, che oggi ha ottenuto la qualifica di Museo di interesse regionale, un luogo più anonimo, nel quale il capolavoro perde quell’aura che comunque, pur non essendo nella sua collocazione originaria, aveva e di cui possiamo ancora ritrovare l’atmosfera in una scena del film di Valerio Zurlini «La prima notte di quiete», con Alain Delon.
Aggiudicandosi un bando indetto dalla Regione Toscana, il Museo ha oggi portato a compimento un progetto di riqualificazione della sala audiovisivi (inaugurazione sabato 24 febbraio), con un investimento di circa 50mila euro. Come spiega Lina Guadagni, direttrice dei Musei Civici il nuovo filmato è un contributo essenziale alla «comprensione del legame tra il capolavoro e il territorio». Anche Paola Refice, funzionaria dei beni artistici e storici di Arezzo nonché presidente della Fondazione Piero della Francesca, sottolinea l’importanza del nuovo percorso arricchito, oltre che dall’audiovisivo, da un’ampia sezione didattica. Nella logica della fruizione odierna tutto questo è essenziale: resta però il fatto che, tra bookshop, cartoline, documentazione di restauri e video, l’affresco di Piero, coi suoi colori tenui e le sue dimensioni non certo monumentali, è forse il luogo di sosta più breve di tutto il percorso.
MUSEO DI MONTERCHI

La «Madonna del Parto» di Piero della Francesca a Monterchi (Arezzo)
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