Stefano Miliani
Leggi i suoi articoliPadovano del 1978, curatore e critico con esperienze in Italia e all’estero in istituzioni di punta, Stefano Collicelli Cagol è il nuovo direttore del Centro per l’arte contemporanea «Luigi Pecci» di Prato in sostituzione di Cristiana Perrella che è stata da poco bruscamente dimessa dal consiglio d’amministrazione. Collicelli Cagol ha un mandato triennale a partire dal 10 gennaio e lo ha nominato il cda della Fondazione per le Arti Contemporanee in Toscana presieduto da Lorenzo Bini Smaghi su scelta della commissione formata da Bruno Corà (che a sua volta ha diretto in passato il museo pratese), Sarah Cosulich, Guido Guerzoni e Lorenzo Sassoli de Bianchi.
Il neo direttore ha «l’obiettivo di presentare, collezionare, documentare e supportare le ricerche artistiche di arti visive e performative, cinema, musica, architettura, design, moda e letteratura», dice la nota stampa. Il suo incarico in realtà deve rendere l’istituto pratese un luogo centrale nel panorama dell’arte contemporanea per lo meno in Italia, se non in Europa, ma dovrà anche far interagire la città e il circondario con il museo stesso. Dal nuovo responsabile le istituzioni pratesi e il cda si aspettano anche mostre di richiamo e, v’è da supporre, la ricerca di fondi, poiché questo è stato l’elemento di scontro decisivo tra Cristiana Perrella e il consiglio di amministrazione quando i rapporti erano tesi da tempo.
Nel suo curriculum Stefano Collicelli Cagol è curatore di By Art Matters, il museo progettato da Renzo Piano ad Hangzhou in Cina. Dal 2018 al 2020 è stato curatore della Quadriennale di Roma e ha cocurato la Quadriennale del 2020 dal titolo «Fuori» al Palazzo delle Esposizioni della capitale, rassegna che ha cercato di dare un quadro complessivo della scena italiana «fuori dagli schemi», come la definsce lo stesso Collicelli Cagol. Il neo direttore ha insegnato al Politecnico di Torino. Dal 2015 al 2017 è stato Curator at Large del Trondheim Kunstmuseum, Norvegia. Nel 2014 ha conseguito il dottorato nel dipartimento di Curating Contemporary Art del Royal College of Art di Londra. Il Pecci ricorda che ha curato mostre e progetti a Palazzo Grassi e alla Fondazione Querini Stampalia a Venezia, per il Lux Artists’ Moving Image di Londra, per la torinese Fondazione Sandretto Re Rebaudengo. Ha scritto per «Stedelijk Studies», «Domus», «Flash Art» e «Mousse».

Stefano Collicelli Cagol. Foto Alessandro Cantarini
Altri articoli dell'autore
Dopo le Catacombe nel centro della città, un nuovo progetto di don Antonio Loffredo, d'intesa con la Diocesi, offre visite guidate gratuite nel Duomo e, presto, in altri monumenti sacri, curate da giovani «difficili»: «La logica del dono sta funzionando. La gente è più generosa del biglietto»
Sembra che nessuno si opponga al trasferimento, ma la preziosa Madonna lignea del XII secolo continua a rimanere al Munda anziché tornare nella chiesa da cui è stata prelevata dopo il terremoto del 2009
Il grande dipinto su seta, riconsegnato alla città dopo il restauro presso l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, è opera di Giovan Paolo Cardone, artista oggi poco noto ma nel Cinquecento assai in voga
La soluzione di spostare alcune tele del ’500 e di collocarle in alto nelle cappelle della Cattedrale in cui erano in origine non convince Lucio Riccetti, di Italia Nostra. Ma la Soprintendenza ha approvato il progetto e per Andrea Taddei, presidente dell'Opera del Duomo, «l’allestimento è temporaneo, per l’anno giubilare. Abbiamo evitato strutture impattanti»