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Laura Lombardi
Leggi i suoi articoliLe celebrazioni dei 150 anni del Museo di San Marco si concludono con la riapertura della Sala del Beato Angelico, dopo un consistente riallestimento a cura di Maurizio De Vita e Ulrike Schultze, realizzato grazie ai Friends of Florence (già presenti nei progetti di restauro di gran parte del Chiostro di Sant’Antonino, e dell’affresco della «Crocifissione e Santi» dell’Angelico nella Sala Capitolare) a quarant’anni dall’intervento precedente, ai tempi della direzione di Giorgio Bonsanti.
Nell’ambiente del 1918-21, chiamato Ospizio dei Pellegrini, sono esposti 16 capolavori del pittore, frate domenicano del convento di San Marco, da lui interamente decorato. I capolavori sono ora valorizzati da nuova illuminazione e disposti in una coerente successione cronologica, esaltando la relazione armonica delle loro dimensioni entro gli spazi della sala. Troviamo tavole monumentali, come la «Deposizione di Cristo» per la Cappella Strozzi in Santa Trinita a Firenze, la «pala di Annalena», la grandiosa «Pala di San Marco» (restaurata lo scorso anno, con le parti superstiti sfuggite alla dispersione) e il «Tabernacolo dei Linaioli».
Ma anche dipinti di dimensioni minori, quali le «tavole dell’Armadio degli Argenti», le predelle e i reliquari. Vi è inoltre il «Compianto sul Cristo morto» dopo l’intervento alla parte inferiore, già celata da una sagoma oggi rimossa. Mancano due opere ancora in restauro: la «Pala di Bosco ai Frati» (nello studio di Lucia Biondi, sempre grazie ai Friends of Florence) e il «Polittico francescano» (all’Opificio delle Pietre Dure).

La Sala del Beato Angelico nel Museo di San Marco a Firenze
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