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Redazione
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«Abitare la cura: architetture per le relazioni umane» è il titolo del primo incontro del «public program» che il Padiglione della Santa Sede alla 19. Mostra Internazionale di Architettura-La Biennale di Venezia ospiterà venerdì 11 luglio alle 17 nel Complesso di Santa Maria Ausiliatrice. Tra i relatori, il Cardinale José Tolentino de Mendonça, prefetto del Dicastero per la Cultura e l’Educazione della Santa Sede, che offrirà un contributo sul senso della cura come principio etico, spirituale e poetico; le due architette a cui è stata affidata la direzione artistica del Padiglione, Tatiana Bilbao, di Tatiana Bilbao Estudio, la cui pratica mette al centro architetture essenziali, collettive, profondamente radicate nei bisogni sociali, e Anna Puigjaner, di Maio Architects, con le sue ricerche sugli spazi domestici e le cucine collettive, e l’architetto Michele De Lucchi, presente a Venezia in questi mesi anche con la sua installazione, ospitata alla Fondazione Museo Scuola Grande di San Marco, dal titolo «Il cielo sopra il portego», opera che esplora proprio il tema della cura e della comunità attraverso lo spazio architettonico.
L’appuntamento, che si tiene in un luogo emblematico di dialogo tra arte, spiritualità e contemporaneità qual è il Complesso di Santa Maria Ausiliatrice, si propone come un dialogo corale, un confronto che attraversa etica, progettazione, fede e dimensione sociale, in linea con lo spirito che anima la presenza della Santa Sede alla Biennale, che nel decennale della pubblicazione della Lettera Enciclica «Laudato si’» di papa Francesco propone l’architettura come atto di cura e responsabilità condivisa. La domanda intorno a cui verterà la conversazione è dunque come l’architettura possa rispondere alla vulnerabilità umana, elevare la vita quotidiana e generare spazi capaci di accogliere, connettere e restituire dignità.
Moderato da Giovanna Zabotti, curatrice del Padiglione della Santa Sede, progettista culturale, promotrice di una visione artistica che intreccia cura, cultura, relazioni e senso del vivere, il dialogo sarà chiuso dagli interventi di Mario Po, direttore della Fondazione Scuola Grande di San Marco, che condividerà la sua visione sul significato della cura nel pensiero e nel fare antico e contemporaneo; e del prof. Giuseppe Grassi, cardiologo, che presenterà un progetto innovativo di monitoraggio domiciliare per persone colpite da infarto, offrendo un modello di cura più umano e sostenibile.
Durante i mesi della Biennale (fino al 23 novembre) il complesso in Fondamenta S. Gioacchin 450, nel Sesiere di Castello, ospita laboratori di restauro condotti dall’Università Internazionale dell’Arte insieme ad artigiani locali, momenti di socialità attorno a una cucina comunitaria gestita dalla cooperativa Nonsoloverde, prove aperte e musica dal vivo grazie al Conservatorio Benedetto Marcello. Al centro, l’intervento di recupero monumentale a cura di Lares, visibile al pubblico dal lunedì al giovedì dalle 10 alle 18: un cantiere che si fa parte integrante dell’esperienza e ne esplicita la vocazione trasformativa. Ogni segno del tempo, nel Padiglione, viene accolto, non rimosso.
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