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Francesco Tiradritti
Leggi i suoi articoliIl Ministero delle Antichità egiziano ha annunciato la scoperta di una trentina di sarcofagi nella necropoli dell’Assasif, sulla riva occidentale del Nilo di fronte a Luxor. Il ritrovamento è stato effettuato dalla stessa missione archeologica egiziana che alla fine dell’anno passato aveva riportato alla luce la tomba di Tjauenkhetef.
Se allora era stato necessario rimuovere un’enorme quantità di detriti, stavolta è stato sufficiente approfondire lo scavo di poco più di mezzo metro per imbattersi nel primo strato di diciotto sarcofagi sotto il quale si trovavano impilati tutti gli altri.
Ventitré appartengono a uomini, cinque a donne e tre a fanciulli. Si tratta di sarcofagi antropoidi databili a un periodo compreso tra la fine della XXI e l’inizio della XXII dinastia (inizio del I millennio a.C.) e apparterrebbero a membri di famiglie dei sacerdoti del dio Montu il cui culto godette di particolare diffusione nell’area tebana proprio in questo periodo. Secondo il comunicato stampa del Ministero delle Antichità i sarcofagi proverrebbero da varie sepolture e sarebbero stati riseppelliti per sottrarli ai tombaroli che all’epoca stavano saccheggiando la necropoli tebana.
Sepolture simili (in egittologia definite «cachette») erano state rinvenute alla fine del XIX secolo. Al loro interno erano state recuperate le mummie dei più famosi sovrani del Nuovo Regno e quelle di famiglie legate all’amministrazione sacerdotale tebana. Secondo alcuni studiosi la sepoltura risalirebbe invece agli anni successivi il secondo dopoguerra, quando gli archeologi dell’ispettorato di Luxor si trovavano costretti a riseppellire quello che scavavano a causa della mancanza di un magazzino dove conservare i reperti.
La più recente scoperta non appare perciò essere stata motiva dalla necessità di nascondere i sarcofagi. Questi sono stati infatti trovati tra i detriti derivati dallo scavo effettuato per realizzare la tomba di Petamenofi, funzionario di elevato potere vissuto intorno alla metà del I millennio a.C. Il suo monumento funerario è immenso e negli anni intorno al suo perimetro erano già state compiute scoperte simili a quella odierna.
All’inizio del Novecento la missione archeologica del Metropolitan Museum of Art di New York aveva recuperato numerosi sarcofagi lungo il lato settentrionale e l’anno passato gli egittologi dell’Università di Strasburgo ne avevano trovati due in corrispondenza del lato orientale. Tutti i ritrovamenti hanno in comune il fatto che si tratta di sepolture secondarie di epoca precedente a quella in cui visse Petamenofi. È perciò verosimile ritenere queste sepolture diretta derivazione dei lavori per la realizzazione della sua tomba.
Quando questa fu decisa, la piana dell’Assasif era già affollata di monumenti di grandi dimensioni ed è probabile che le maestranze di Petamenofi siano state costrette a lavorare su un terreno che ospitava sepolture comprese tra il XVI e il IX secolo a.C. Avrebbero perciò riesumato e spostato i sarcofagi all’esterno del perimetro dove erano in corso i lavori lasciando che fossero ricoperti dai detriti degli scavi.
È perciò assai probabile che, mettendo insieme i dati di tutte le scoperte effettuate nell’area, si possano ottenere ulteriori informazioni in grado di migliorare la conoscenza della necropoli dell’Assasif, uno dei siti che negli ultimi anni ha restituito dati preziosissimi per la ricostruzione della storia della regione di Luxor nel I millennio a.C.

Il ministro delle Antichità egiziane e Zahi Hawass alla presentazione della scoperta dei sarcofagi dell'Assasif
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