Olga Scotto di Vettimo
Leggi i suoi articoliSostenibilità, capacità tecnologica e bellezza costituiscono i tre pilastri su cui poggia lo sviluppo della Metropolitana di Napoli, che nel suo progressivo ampliamento ha dotato la città di una rete di trasporti competitiva in ambito internazionale. Famosa nel mondo per le «stazioni dell’arte» (linea 1 e linea 6), è anche un esempio di soluzioni ingegneristiche all’avanguardia: il 29 novembre 2023 una tratta della linea 1 (Dante-Garibaldi) è stata inserita tra i 50 progetti iconici a livello mondiale degli ultimi cinquant’anni dall’International Tunneling Association, un prestigioso riconoscimento promosso dalla Società Italiana Gallerie.
Tra i temi di maggiore attenzione, quindi, l’interesse per le ricadute ambientali e sociali, come illustra Paolo Carbone, presidente dal 2022 di Metropolitana di Napoli Spa, concessionaria per conto del Comune di Napoli per la realizzazione della metropolitana di Napoli: «Si stima che alla fine dell’anno il numero di passeggeri che nel 2024 avranno usufruito della linea 1 della metropolitana di Napoli sarà pari a circa 40 milioni, più di 100mila utenti al giorno. Basta tradurre questo dato record in mancate emissioni di CO2 per capire qual è il valore della nostra rete in termini di sostenibilità ambientale, un valore che aumenterà ulteriormente con l’apertura delle stazioni in fase di ultimazione. Sin dalla sua costituzione, però, Metropolitana di Napoli Spa ha declinato il tema della sostenibilità anche dal punto di vista sociale. Garantire la piena mobilità alle persone diversamente abili è da sempre una nostra priorità, come testimoniano i sistemi integrati di ascensori, scale mobili, tapis roulant e percorsi per ipovedenti in funzione nella tratta collinare della linea 1 già dagli anni Novanta. La costruzione di alcune stazioni, penso a Materdei e Salvator Rosa così come a Dante, Toledo e Garibaldi, è stata poi accompagnata dalla riqualificazione di ampie aree circostanti. Sono stati realizzati innovativi interventi di rigenerazione urbana che hanno migliorato la vivibilità, e cambiato letteralmente il volto di molte zone della città. A questa visione progettuale, che ha solide radici nel passato, Metropolitana di Napoli Spa ha dato di recente un nuovo impulso predisponendo il Piano strategico di sostenibilità 2024-27: i principi dello sviluppo sostenibile e responsabile orienteranno la nostra azione anche nel prossimo triennio».
Parallelamente, le soluzioni ingegneristiche d’avanguardia hanno consentito di operare scelte mirate in particolari condizioni geo-morfologiche, tenendo conto anche dell’articolata stratigrafia archeologica del suolo. E, infatti, continua il presidente: «La realizzazione della linea 1 e della linea 6 ha significato affrontare sfide ingegneristiche particolarmente complesse, prima fra tutte la necessità di superare le consistenti pendenze tra le aree collinari della città e quelle pianeggianti che, in molti casi, sono superiori al 5%, considerato il valore massimo per un trasporto ferroviario. Molte stazioni, inoltre, sono state costruite sotto il livello del mare: Metropolitana di Napoli Spa è riuscita nella difficile impresa ricorrendo a tecniche d’avanguardia, come il congelamento dei terreni, diventate poi standard internazionali. Soluzioni altrettanto innovative sono state adottate per i tanti ritrovamenti archeologici che hanno scandito gli scavi a ridosso del centro storico. Il complesso lavoro di smontaggio, restauro, rimontaggio della cinta muraria aragonese intorno a Castel Nuovo nella stazione Municipio o del Tempio dei Giochi Isolimpici nella stazione Duomo ha fatto sì che oggi Metropolitana di Napoli Spa sia depositaria di un know how unico al mondo», riferendosi alla stazione di piazza Municipio, progettata degli architetti portoghesi Álvaro Siza Vieira ed Eduardo Souto de Moura, con i ritrovamenti delle navi e del porto romano e delle mura fortificate di epoca Vicereale; ma anche alla stazione Duomo, progettata dagli architetti Massimiliano e Doriana Fuksas, con l’eccezionale rinvenimento del Tempio dei Giochi Isolimpici (I secolo d.C.), un complesso monumentale realizzato in onore dell’imperatore Augusto su modello dei giochi di Olimpia.
Infine, la bellezza. Lo scorso luglio ha riaperto la linea 6, inaugurando tre nuove stazioni dell’arte: Arco Mirelli, progettata dall’architetto tedesco Hans Kollhof con interventi di Rebecca Horn e del musicista Hayden Chisholm; San Pasquale, firmata dall’architetto italo-sloveno Boris Podrecca, con installazioni optical realizzate dall’artista austriaco Peter Kogler; e infine Chiaia, realizzata dall’architetto napoletano Uberto Siola, sulla quale è intervenuto l’artista inglese Peter Greenaway. «La cura per la dimensione estetica delle opere da realizzare è un tratto identitario del nostro approccio progettuale. La candidatura della stazione Chiaia al Prix Versailles 2024 è l’ennesimo riconoscimento alla geniale intuizione che, più di trent’anni fa, portò a immaginare la metropolitana di Napoli come un museo diffuso di arte pubblica, dove ospitare il genio creativo di architetti e artisti di fama mondiale. L’idea di pensare le stazioni come “luoghi di bellezza” ha trovato, nei primi anni 2000, un altro straordinario sviluppo grazie ai ritrovamenti archeologici. Nella stazione Municipio si può vivere l’emozione di fare un viaggio nella storia della città ammirando resti della Napoli greca, romana, angioina e aragonese: quattro epoche differenti in un solo luogo. La peculiarità della loro presenza, come evidenziato da Álvaro Siza in una recente intervista, sta nel fatto che essi non si limitano a essere “reperti in esposizione”, ma sono componenti strutturali: affascinanti testimonianze storiche che, a distanza di millenni, hanno ritrovato una vitalità funzionale partecipando attivamente al progetto della stazione. Infine mi piace sottolineare come Metropolitana di Napoli Spa ricerchi costantemente nuove declinazioni del concetto di bellezza progettate come elementi di architettura. L’elegante design della stazione Centro Direzionale, con l’uso del legno che evoca nei viaggiatori l’idea di ritrovarsi in un bosco, e le avveniristiche scale elicoidali della stazione Capodichino, ispirate al Pozzo di San Patrizio, ne sono un significativo esempio. L’elemento attrattivo non deriva più dall’installazione di un’opera d’arte, ma da finiture ingegneristiche. In definitiva, la metropolitana di Napoli declina la bellezza in ogni sua manifestazione», conclude Carbone.
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