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Uno dei sei lotti della serie «Ordine e disordine», 1973, di Alighiero Boetti, venduti complessivamente a 516mila euro da una stima di 350-450mila

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Uno dei sei lotti della serie «Ordine e disordine», 1973, di Alighiero Boetti, venduti complessivamente a 516mila euro da una stima di 350-450mila

Miró e Boetti illuminano l’asta di Bolaffi, flop per Schiele

Se il «Nudo sdraiato» dell’artista austriaco è rimasto al palo, Schifano e Klossowski hanno superato di molto le stime. Apprezzati gli scatti alpini di Vittorio Sella

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Elena Correggia

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Occasione mancata ieri sera, 7 novembre, da Bolaffi Aste, a Torino. Il «Nudo sdraiato» di Egon Schiele, significativa tecnica mista del 1910, è rimasto alla sbarra. Si trattava di un lavoro custodito per quasi 50 anni nella stessa collezione privata torinese, appartenuto in origine all’avvocato di Schiele, Alfred Spitzer, ed esposto in mostre importanti, da Vienna a New York. Ma, probabilmente, dietro alla stima a richiesta si celava un valore milionario giudicato eccessivo, in tempi in cui il mercato è avaro di entusiasmi.

L’asta di arte moderna e contemporanea della casa d’aste torinese ha però messo a segno altri successi grazie a un catalogo vario e con proposte non scontate. È stato ad esempio premiato il ritrovamento di sei arazzi inediti di Boetti, identici per forma e soggetto ma diversi per colori, appartenenti alla prima celebre serie del 1973 «Ordine e disordine» che, venduti come lotti separati, hanno complessivamente totalizzato 516mila euro (la valutazione iniziale era di 350-450mila).
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Buona performance anche per una tecnica mista e smalto di Schifano, «Facciate», del 1990 che ha toccato quota 45mila euro, superando le previsioni di 25-30mila euro. Stesso risultato per un importante De Pisis «Natura morta con pesce e quadro» del 1932, appartenuto a Riccardo Gualino, dalla provenienza ben documentata e dalla ricca bibliografia (la stima era 40-60mila). Un valore tuttavia assai contenuto, che conferma come il mercato, purtroppo inquinato da vari falsi, non renda ancora giustizia per le opere certe dell’autore.
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Molto curata e con proposte d’interesse internazionale, la sezione delle opere su carta ha riservato le sorprese migliori: un «Paysan catalan» del 1930 di Joan Miró ha raddoppiato la stima di 50-60mila per essere aggiudicato a 110mila, un inchiostro del 1938 di Picasso, «Nu allongé (Dora Maar)» è stato venduto per 82.500 (da 50-60mila), una tempera su cartone di de Chirico del 1940, «Cavaliere che saluta la luna piena» è balzata da 20-25mila euro a una vendita per 42.500. Di pregevole gusto pittorico il foglio di Henry Moore «Study of One Seated and Four Standing Figures», realizzato nel 1940 ha cambiato proprietario per 33.750 (da 18-25mila).

Exploit infine per un lavoro su carta dell’intellettuale francese Pierre Klossowski, «Diane et Actéon», il cui soggetto intrigante ha stimolato una battaglia di offerte fino all’aggiudicazione per 77.500 (da 25-35mila).
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Fra i multipli molto apprezzate le serigrafie di Andy Warhol della serie «Ladies and Gentlemen», i ritratti di alcune drag-queen newyorkesi realizzati nel 1975 in tiratura limitata per le edizioni di Luciano Anselmino. Una serigrafia in particolare ha toccato 27.500 euro da una stima di 8-12mila.

Da segnalare infine nell’ambito delle fotografie il vivo apprezzamento, particolarmente sentito dal pubblico torinese, per le fotografie alpine di Vittorio Sella, tutte aggiudicate sopra le stime. La vetta in questo caso l’ha toccata una stampa vintage per una veduta di un versante del Monte Rosa, «Punta Gnifetti et Sesia-Joch du Plateau du Lys-Joch» del 1884, che ha trovato un acquirente per 6.875 euro (da 700-1.400). La vendita si conclude l’8 novembre con una sezione solo online comprensiva di manifesti e cartoline autografate dagli artisti.

Elena Correggia, 08 novembre 2023 | © Riproduzione riservata

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