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Collezione di ceramiche della Jason Jacques Collection

Courtesy Bonhams

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Collezione di ceramiche della Jason Jacques Collection

Courtesy Bonhams

Presto da Bonhams l’asta finale della collezione di Jason Jacques

Laarman, Simonsson, Orozco, Massier, Lévy-Dhurmer, Dalpayrat e altri protagonisti della ceramica e del design d’avanguardia

Monica Trigona

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C’è chi colleziona per investimento, chi per gusto, e chi, come Jason Jacques, per vocazione. Con l’occhio di un esteta e l’anima di un esploratore, Jacques ha trascorso trent’anni alla ricerca di opere che non fossero solo oggetti, ma «testimonianze del sublime». Ora, per l’ultima volta, i frutti del suo collezionare lasciano la sua raccolta per affacciarsi al mondo.

Il 30 settembre, infatti, a New York  Bonhams presenta The Jason Jacques Collection, l’attesissima asta finale della collezione dell’influente gallerista e mercante d’arte (la vendita dal vivo sarà seguita da una vendita online dal 2 al 10 ottobre; Jason Jacques aveva annunciato nel settembre 2017 che alcuni pezzi della sua rinomata collezione di ceramiche artistiche europee sarebbero stati messi all’asta durante la vendita Heritage Auctions «Design» del 24 ottobre dello stesso anno a Dallas). Conosciuto anche per la sua omonima galleria d’arte e design specializzata soprattutto in creazioni ceramiche e per la partecipazione a fiere prestigiose come Design Miami, TEFAF e The Winter Show, Jacques ha lasciato un segno indelebile nel panorama dell’arte contemporanea e del design ceramico. Questa vendita segna quindi l’opportunità per i collezionisti di tutto il mondo di acquisire pezzi rari ed eclettici. Con oltre 400 lotti in offerta, dalla ceramica Art Nouveau ai capolavori del design contemporaneo, la collezione incarna l’approccio audace e personale che ha reso Jacques una figura molto rispettata nel mercato.
 

Joris Laarman, «Vortex» (2014), stima: 200mila-300mila dollari. Courtesy Bonhams

«Se siamo estremamente fortunati in questa vita, ci è concesso di essere custodi temporanei di cose belle. Io sono stato uno dei più fortunati», ha dichiarato Jacques, riflettendo su questa vendita conclusiva. Nel corso della sua carriera,  Jacques ha saputo sfidare ogni convenzione: la sua curatela non è mai stata dettata da mode o categorie rigide, ma da un’intuizione profonda per la singolarità e l’integrità estetica. Il risultato è una raccolta dinamica, dove i raffinati lustri delle ceramiche francesi del XIX secolo dialogano sorprendentemente con oggetti di design d’avanguardia del XXI secolo. Glenn Adamson, storico e curatore, lo descrive così: «È un personaggio dal carisma e dall'intensità fuori dal comune, una sorta di Indiana Jones del mondo del design, e se fosse nato in un altro secolo sarebbe potuto diventare un esploratore-collezionista del tipo descritto da Susan Orlean nel suo libro The Orchid Thief, sempre alla ricerca di “qualcosa di eccezionale, qualcosa da perseguire, anche a rischio della propria incolumità, piuttosto che accontentarsi di una vita ordinaria”»

 

Richard Prince, «Entertainer – Russel, 2/3» (1983). Stima: 100mila – 150mila dollary. Courtesy Bonhams

Con stime che variano da 500 a 200mila dollari, molti lotti senza riserva, l’asta propone, tra gli altri:
«Vortex» (2014) di Joris Laarman, designer olandese noto soprattutto per i suoi progetti sperimentali ispirati alle tecnologie emergenti. L’opera, in alluminio anodizzato parzialmente, è una scultura visionaria, già esposta al Cooper Hewitt Museum (stima: 200mila – 300mila dollari); «The Philosopher» (2020) di Kim Simonsson: opera in gres creata per il Lille3000 Utopia Festival, simbolo della fusione tra arte, scienza e sostenibilità (stima: 100mila – 150mila dollari); «Athletics I» (2008) di Gabriel Orozco: tecnica mista su stampa digitale, impreziosita da foglia d’oro (stima: 100mila - 150mila dollari); «Entertainer – Russell, 2/3» (1983) del pittore e fotografo statunitense Richard Prince, stampa montata su tavola, opera iconica di fotografia contemporanea (stima: 100mila – 150mila dollari); «Anthroposophical Stand» (~1930) di Hans Itel, legno di ciliegio intagliato, sintesi perfetta dell’estetica organica del primo Novecento (stima: 20mila – 30mila dollari). L’architetto e designer svizzero, nato a fine Ottocento vicino a Zurigo, era particolarmente noto per l’uso della tecnica del «stack-laminated wood» (legno impilato e incollato), impiegata per creare mobili scultorei ricchi di curve concave e convesse, vivaci e dotati di una dimensione quasi musicale o visuale. Questa tecnica si traduce in superfici fluide e vive: il pezzo all’asta lo testimonia pienamente.

 

«Anthroposophical Stand» (~1930) di Hans Itel; stima: 20mila – 30mila dollari. Courtesy Bonhams

Fiore all’occhiello della collezione è anche l’eccezionale selezione di ceramiche Art Nouveau francesi, veri gioielli dell’arte di studio di fine Ottocento e inizio Novecento. Sono rappresentati con eleganza maestri come: Clément Massier, Lucien Lévy-Dhurmer, Pierre-Adrien Dalpayrat e Taxile Doat. Queste pere si distinguono per i loro smalti vibranti, i lustri metallici e le forme ispirate alla natura, testimonianze dell’interesse di Jacques per il dialogo tra arte, materia e spiritualità.
«L'eredità di Jason Jacques è caratterizzata dalla sua impareggiabile capacità di curare collezioni che sfidano le convenzioni, fondendo perfettamente opere storiche e contemporanee con una visione audace e fantasiosa. La sua ultima vendita con Bonhams offre ai collezionisti una straordinaria opportunità di sperimentare la sua estetica distintiva e di acquisire pezzi che incarnano l’essenza del suo genio curatoriale: una visione che ha costantemente collegato il passato e il presente con una notevole maestria artistica», afferma Benjamin Walker, responsabile globale di Bonhams per l’arte decorativa moderna e il design.

Monica Trigona, 03 settembre 2025 | © Riproduzione riservata

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