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Roberta Bosco
Leggi i suoi articoli«Riscoprire la collezione e cercare l’equilibrio tra mostre per il grande pubblico e rassegne che attualizzino la lettura di Picasso con approcci multidisciplinari»: lo aveva dichiarato il giorno della sua presentazione in pieno luglio (all’indomani dell’attentato di Nizza), Emmanuel Guigon, scelto tra 13 candidati internazionali per dirigere il Museu Picasso. Esperto di Avanguardie storiche, Guigon incarna tutte le speranze di un museo che, pur mantenendo la supremazia per quanto riguarda l’affluenza del pubblico, negli ultimi anni ha perso in ambizioni e credito internazionale. Guigon, che ha sostituito Bernardo Laniado-Romero, si propone di riportare il Museu Picasso all’onore delle cronache con mostre di studio e nuove acquisizioni per la collezione. «A questo proposito parlerò con la vedova del mio amico Pierre Daix, il biografo di Picasso», ha annunciato, anticipando l’acquisto dei 350 ritratti di Picasso che formano il fondo di Lucien Clergue, fotografo amico dell’artista.
«Il museo di Barcellona non ha una raccolta che contempli tutte le epoche come quello di Parigi, ma vanta una collezione singolare, alcuni capolavori e la straordinaria serie delle “Meninas”», ha affermato Guigon, che innanzitutto si dedicherà a migliorare il percorso di visita dell’affollatissimo museo e ad «attualizzare l’opera di Picasso mettendola in relazione con la creazione contemporanea».
Un’ottima notizia per le gallerie d’arte e le nuove fondazioni a cui si deve la rinascita del Born. La prima a stabilirsi nel quartiere che Picasso scelse per aprire il suo museo nel 1963, è stata poco meno di tre anni fa Blueproject Foundation, un progetto di Vanessa Salvi, giovane ereditiera di padre italiano e madre norvegese che ha portato Pistoletto a Barcellona e lo ha anche convinto a realizzare un’affollatissima performance lo scorso novembre. Al di là dei grandi nomi i protagonisti della programmazione di Blueproject sono gli artisti emergenti, grazie anche a un programma di residenze.
Questo mese compie un anno la Fundació Gaspar, che ha riportato in vita un pezzo di storia di Barcellona, grazie a Moishan Gaspar, nipote di quel Joan Gaspar che nella sala omonima presentò tutti i grandi del ’900, da Calder, Braque, Dubuffet, Pollock e De Kooning a Tàpies, Dalí, Miró e Picasso, di cui organizzò la prima personale in Spagna nel 1957. Vent’anni dopo la sua chiusura, il giovane Gaspar si propone di stabilire un dialogo tra gli ambienti gotici del Palau Cervelló e le opere che espone, come le sculture di luce e nebbia di Anthony McCall o le installazioni di Paul McCarthy.
Il panorama si arricchirà a febbraio con l’inaugurazione della Fundació Foto Colectania, centro di riferimento internazionale per la fotografia spagnola e portoghese, che abbandona la sede nascosta nella parte alta della città per trasferirsi in un vecchio magazzino di materiale equestre sul Paseo Picasso, convertendolo in un centro dedicato alla cultura dell’immagine. Nella nuova sede troveranno spazio anche le più di 3mila fotografie della collezione sempre in crescita del fondatore di Colectania, il presidente della Coca-ola España, Mario Rottlant. Contribuisce alla nuova vitalità del Born anche un manipolo di gallerie d’arte contemporanea capitanate da Miguel Marcos e Senda di Carlos Duran, cofondatore di Loop, l’unica fiera al mondo dedicata esclusivamente alla videoarte, che ogni giugno riunisce a Barcellona specialisti di tutto il mondo.
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