Gaggero & Luccardini
Leggi i suoi articoliC’è in giro una competizione fra gli architetti, che vengono incaricati spesso con l’unico scopo di lasciare il segno. Noi trattiamo la cosa in tono bonario, come fosse un invito a visitare il manufatto trovato. Però poniamo interrogativi che facciano almeno riflettere. La cultura globale e la contemporaneità dell’informazione giocano i loro ruoli. In ogni città si tenta di avere un qualche manufatto dalla forma epocale: matitoni, biscioni, rasoi, schegge, apribottiglie, supposte, caciotte, prismi incubotici e incombenti. L’estetica e il bello sono categorie obsolete. L’etica è superatissima; conta solo l’utile e si misura in denaro. Il bello è confuso con lo stupefacente. Le soluzioni più ostiche rivelano comunque genio e inventiva. Però impressiona la supponenza di molti, l’assenza di responsabilità per le generazioni future e in fondo la superficialità culturale. Viviamo lo stato di fatto. Non c’è spazio per la riflessione, tantomeno per la contemplazione. Ci capitano delle cose e le subiamo, quindi anche le forme delle case e delle città. Non conta l’insieme e nemmeno l’intorno.
Parigi, Tower Flower (2004), Maison Edouard François
La torre è la continuazione verticale di un parco adiacente. I suoi vasi di fiori giganti, appesi ai balconi, sono ispirati a fioriere di finestre parigine che possono essere in sé tesori botanici. Questi elementi di facciata sono stati una delle prime applicazioni di Ductal (cemento armato rinforzato con fibra di vetro). L'edilizia sociale è stata liberata da tutte le pareti portanti. Gli abitanti godono del fruscio del bambù e di una luce filtrata dal fogliame. L'ascensore si trova sulla facciata ed è vetrato su entrambi i lati: permette alla luce di penetrare nelle aree comuni. [archdaily.com]
Invece è il paradiso del ragnetto rosso, degli afidi e delle cocciniglie. A questo palazzo servirebbe piuttosto una vaso-ectomia visto che le facciate non si possono riverniciare.
Singapore, Giardino tropicale Marina One (2017), Christoph Ingenhoven
Si tratta di un lussureggiante giardino tropicale che dal piano terreno sale fino ai livelli più alti delle torri di 34 piani. Ingenhoven ha capito che a Singapore la giungla sarebbe cresciuta in modo del tutto naturale e che «forse potevamo ricrearne un pezzetto» come lui stesso racconta. [«Abitare» n. 574]
Il giardino che sale per 34 piani è una meraviglia! Non crediamo però che sia lussureggiante. Come si sa non è solo una questione di clima ma anche di habitat e di fertilità del suolo. Certo non sappiamo che cosa hanno fatto con le acque nere degli scarichi e non lo vogliamo sapere. Comunque il tema della concimazione naturale dovrebbe essere naturale in una giungla che sale in modo del tutto naturale fino al 34mo piano.
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