Luccardini, Gaggero
Leggi i suoi articoliC’è in giro una competizione fra gli architetti, che vengono incaricati spesso con l’unico scopo di lasciare il segno. Noi trattiamo la cosa in tono bonario, come fosse un invito a visitare il manufatto trovato. Però poniamo interrogativi che facciano almeno riflettere. La cultura globale e la contemporaneità dell’informazione giocano i loro ruoli. In ogni città si tenta di avere un qualche manufatto dalla forma epocale: matitoni, biscioni, rasoi, schegge, apribottiglie, supposte, caciotte, prismi incubotici e incombenti. L’estetica e il bello sono categorie obsolete. L’etica è superatissima; conta solo l’utile e si misura in denaro. Il bello è confuso con lo stupefacente. Le soluzioni più ostiche rivelano comunque genio e inventiva. Però impressiona la supponenza di molti, l’assenza di responsabilità per le generazioni future e in fondo la superficialità culturale. Viviamo lo stato di fatto. Non c’è spazio per la riflessione, tantomeno per la contemplazione. Ci capitano delle cose e le subiamo, quindi anche le forme delle case e delle città. Non conta l’insieme e nemmeno l’intorno.
Amsterdam, Sede centrale della Ing Bank (2002), MVSA Architects
Un'istituzione che evita la parola «banca» nel suo nome sta cercando di allontanarsi dallo stigma negativo dei big-shot finanziari, e questo simbolo per l'azienda non è diverso. La forma futuristica e moderna è lontana dal logo conservatore di una cresta di leone. I trampoli sollevati fanno apparire l'edificio come una grande nave che guada verso l'acqua. La punta si inclina verso il basso, la pelle in metallo e vetro avvolge completamente il volume intorno al tetto e alla parte inferiore per creare un oggetto autonomo. La vetratura suggerisce trasparenza ed esprime la sostenibilità nel design. L'aria naturale sale dalla parte inferiore attraverso il centro. Ma tutto ciò è davvero ecologico considerando il materiale e il lavoro? È davvero saggio cercare di trasformare un'immagine ostile in qualcosa che si distingue e sembra avere un rapporto con l'architettura della città nel suo complesso? Forse questo edificio rappresenta più di ogni altra cosa la follia delle grandi aziende degli ultimi anni. [architecturevived.com]
Fa effetto, indubbiamente, questa architettura che si ispira a una nave in costruzione sullo squero, soprattutto perché si trova in mezzo a caseggiati del tutto normali lungo il potente asse stradale e ferroviario che va verso l'aeroporto. L'idea di una nave che sta per essere varata mantiene per sempre una prospettiva verso il futuro e francamente questo messaggio non l'ottieni da un comune prisma vetrato.
Cupertino (California), Apple Park (2017), Foster Associates
La gigantesca frittella degli architetti ospita gli uffici della sede centrale di Apple, la società tecnologica più ricca del mondo. [«Architectural Design»]
Concepito da Steve Jobs come un centro di creatività e collaborazione, Apple Park ha trasformato chilometri di asfalto in un paradiso di spazio verde nel cuore della Santa Clara Valley. L'edificio principale a forma di anello è interamente rivestito da grandi pannelli curvi di vetro, la superficie più grande del mondo. [Comunicato stampa di Apple del 22 febbraio 2017]
La ciambella col parco interno sembra un fortino per difendersi dalla città che è cresciuta intorno. Più che integrazione suggerisce repulsione. Però può anche sembrare una gigantesca calamita elettrica che attira su di sé il denaro, non certo le persone.
Gand (Belgio), Mercato (2013), Robbrecht en Daem e Marie-José Van Hee
Il tetto del mercato, lungo 40 metri, si erge in fronte al centro storico e comprende un parcheggio per biciclette e un ristorante. Questo edificio è inserito nello spazio innaturale che si era ottenuto dal diradamento degli edifici circostanti, dando luogo a nuovi spazi comunitari e proteggendo contemporaneamente il paesaggio. [«The Japan Architect», Yearbook 2013]
Siamo sicuri che per fare il tetto di un mercato non si potesse restare un po' di più sul leggero?
Huizen (Paesi Bassi), Case sul lago «Le Sfingi» (2003), Neutelings & Riedijiks
Questo complesso di unità residenziali che si affaccia sulle acque del lago Gooimeer è costituito da cinque condomini scultorei metà sul viale, metà in acqua. Per l'impostazione di queste «sfingi» rivestite di alluminio che insorgono bruscamente verso l'acqua, le vedute, ancora una volta, sono di primaria importanza. Nel tetto inclinato retrostante si annidano terrazze (orientate al sud), mentre le teste protese sul lago differiscono leggermente nel design. [architectureguide.nl]
Questi palazzi col muso cubico e la bocca aperta ricordano, anche per la sequenza con cui sono allineati, quelle dighe che gli Olandesi hanno fatto sul mare per sfruttare l'energia delle maree. Sembra che dicano: «Vi facciamo vedere noi!», anche se le sfingi dovrebbero fare le sfingi.
Lago di Kielder - Northumberland (Gran Bretagna), Kielder Belvedere (2000), Softroom Architects
Questo progetto pluripremiato è un rifugio per escursionisti e funge anche da punto di attesa per il traghetto locale. L'edificio è un prisma con base triangolare con le pareti rivestite di acciaio inossidabile, che riflettono la foresta intorno. Dei vasti panorami del paesaggio i due fianchi piani del rifugio rispecchiano ciascuno un'immagine parziale, schermata dall'incisione acida dei loro pannelli in acciaio inox. La vista verso il lago Kielder è invece attratta dalla superficie convessa e lucida, a specchio, nella fessura curva che funge da osservatorio e che a sua volta incornicia il panorama. [softroom.org]
Vincitore del premio Riba Stephen Lawrence 2000; vincitore della Royal Fine Arts Commission Jeu d'Esprit Building of the Year 2000; candidato al Riba Stirling Prize 2000. «Non abbiamo mai visto niente di simile. È raro vedere un pezzo di architettura così originale. È una bella follia». [Riba, Royal Institute of British Architects]
È un oggetto alieno. Non c'è un solo frammento, di questo manufatto, che si leghi al posto in cui si trova. È come un'automobile, che potrebbe essere in un bosco oppure nel deserto restando sempre un'automobile. Ma chissà se in altri contesti culturali avrebbe superato la valutazione di impatto ambientale?
Medellin, Campus universitario Eafit (2016), Lorenzo Castro
Avvicinandosi dalla strada principale, sorprendenti conchiglie coniche bianche spuntano fuori dalla facciata orientale, conferendo al campus un bellissimo edificio qualificante. Straordinaria impresa artigianale, la costruzione funge quasi da intrigante scudo contro la città e il fiume. [«Architectural Review»]
C'è un sistema di scale che permette di muoversi tra i diversi piani dell'edificio e, come grandi balconi aperti al paesaggio urbano, con passerelle perimetrali che collegano gli uffici e i laboratori. Il centro promuove l'incontro nei suoi corridoi aerei e si apre alla città in un comodo gioco di scale, terrazze e giardini. Il suo guscio di pietra nasconde un labirinto in altezza, mentre la geometria stabile della sua massa è la tela su cui appare una varietà di espressioni architettoniche che gli conferiscono una chiara presenza urbana. Le possibilità tecniche del calcestruzzo appaiono sulle sue facciate e sulla sua struttura. [revistaaxxis.com]
Chi l'avrebbe detto che un giorno le finestre sarebbero state a forma di spinello? Non si sa però quanta luce portino all'interno del locale che dovrebbero illuminare. Si immagina che sia poca e questo non dovrebbe disturbare né chi fuma né la fauna avicola della zona, che ha molte nuove opportunità per nidificare.
Milano, Torre Generali (2017), Zaha Hadid e Patrick Schumacher
L'idea formale dello sviluppo elicoidale nasce in planimetria della registrazione della confluenza sfalsata sul fuoco della torre dei principali assi viari circostanti l'isolato. Concorrenti ma non convergenti, i viali si dispongono lungo direttrici tangenti al profilo dell'edificio e descrivono un vortice del moto centripeto che i progettisti hanno deciso di convogliare nello styling streamline del grattacielo. [«Casabella» n. 884, 2018]
Questo vortice di forze centripete a livello del suolo viene trasferito verticalmente attraverso la torre riallineando le piastre del pavimento successive a forma di rombo per ruotare la torre intorno al suo asse verticale, questa torsione elicoidale si riduce in modo incrementale con l'altezza di ogni pavimento al di sopra del livello della strada, dando a tutti i piani un rapporto diverso con i piani sopra e sotto. [Zaha Hadid su designboom.com]
Viene istintivamente la voglia di pensare che gli ascensori salgano ruotando per adattare l'apertura della porta all'orientamento delle facciate. Chissà se la gente che lavora qui senta il bisogno di ruotare il corpo come nel twist. Certo che i pulitori di facciate per lavorare qui dovranno avere un patentino elicoidale!
Sapporo (Giappone), Stadio (2001), Hiroshi Hara
È tra gli stadi più innovativi al mondo. È l'unico al mondo ad avere un unico tetto a cupola fisso, ma il campo di gioco scorrevole. Questo è il risultato del tentativo di un compromesso ragionevole tra le esigenze delle discipline sportive più popolari e il clima difficile dell'isola di Hokkaido. È interessante notare che lo stadio ha anche un punto di osservazione appeso al tetto: questo ballatoio, coperto da un tubo di vetro, si estende fuori dalla cupola dando una splendida vista del paesaggio. [«The Japan Architect», Winter 2002; UCLA Architecture Urban Design video: Visiting Professor 2016-2017, Terasaki Chair, October 31, 2016]
Come si evince dalla sua forma questo manufatto è altamente tecnologico. Jules Verne e Isaac Asimov nemmeno se lo sognavano. Tutto si muove elettricamente: tribune, campo di football, diamante del baseball. Attenzione, però: il ballatoio nel tubo di vetro è fisso. E il paesaggio anche.
Taipei (Taiwan), Performing Arts Center (2017), Oma (Rem Koolhaas, David Gianotten)
«Offriranno possibilità teatrali nuove e sperimentali» (...) «un ambiente sperimentale, simile a una fabbrica» che consentirà di reimmaginare su larga scala le opere convenzionali esistenti (...) e aggiungere all'immagine di Taipei un centro culturale internazionale. [archdaily.com]
Sperimentale è il termine sempre presente nelle didascalie e nei commenti. Una giustificazione e un desiderio. Gli esperimenti si sa, a volte riescono a volte no. Per essere internazionali è necessario usare il linguaggio globalizzante della contemporaneità: insomma tutto quello che si trova dappertutto e prima non c’era.
Utrecht (Paesi Bassi), Centrale elettrica dell’Università (2018), Dok Architecten
L'impianto di cogenerazione dell'Università di Utrecht è un sorprendente edificio color ruggine e ospita sei turbogeneratori alimentati a gas naturale. Per rendere la struttura fonoassorbente, tutto l'impianto, compresi i camini alti 15 metri, è stato ricoperto in acciaio Corten che è resistente alle intemperie senza manutenzione. L'edificio ha vinto il Premio Nazionale d'Acciaio nella categoria Edifici Industriali e l'European Steel Award 2007. [armchairtravelogue.blogspot.com]
Questo forno (si tratta di questo) avrà anche vinto un premio di acciaio ma fa venire il dubbio, a chi non lo sa, che sotto al prato ci sia qualcosa di inquietante di cui è meglio non sapere.
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