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Friends di Pontormo e Michelangelo

In Santa Felicita sarà restaurata la Cappella Capponi; in Santo Spirito nuova collocazione per il Crocifisso

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Laura Lombardi

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Ha preso avvio, grazie alla sponsorizzazione della fondazione non profit Friends of Florence e in particolare ai donatori Kathe e John Dyson, il restauro della Cappella Capponi in Santa Felicita, «capolavoro indiscusso dell’arte mondiale» come annota la presidente Simonetta Brandolini d’Adda. L’intervento, che si svolge sotto la direzione del funzionario di Soprintendenza Daniele Rapino, ammonta a 105mila euro e fa seguito alle indagini svoltesi nel 2016, in occasione del ricollocamento del tondo con san Matteo di Agnolo Bronzino nel clipeo del pennacchio della cupola.
 
Le indagini avevano rivelato problemi conservativi diffusi, per cui il restauro coinvolge tutte le opere presenti all’interno della cappella edificata da Filippo Brunelleschi per la famiglia Barbadori, della quale Jacopo Carucci detto il Pontormo eseguì l’intera decorazione pittorica su committenza di Lodovico Capponi negli anni tra il 1526 e il 1529. L’«Annunciazione» di Pontormo, affresco staccato dopo l’alluvione del 1966, presenta un supporto diviso in due strutture, le quali, non più coese, eran tenute aderenti alla parete da viti in ottone, che generavano pericolose tensioni. Non in miglior salute si presenta la tavola del «Trasporto di Cristo» (nota anche come la «Deposizione», opera celeberrima che Pasolini cita nella sua «Ricotta» del 1963), che a indagine ravvicinata svela fenditure e alcuni microsollevamenti della pellicola pittorica lungo i margini degli antichi tasselli lignei, oltre all'incoerente ossidazione delle vernici e dalle numerose ridipinture date in occasione di restauri precedenti. Sofferente anche la splendida cornice, opera d’intaglio attribuita a Baccio d’Agnolo, fitta di fori di tarli (in parte vecchi stuccati a cera ma alterati nel tempo, in parte nuovi) e offuscata nella lucentezza dell’oro da depositi di sporco, polvere e nerofumo.


Necessita di restauro anche il tabernacolo reliquiario realizzato in marmo e commesso di pietre dure agli inizi del Seicento e dedicato a san Carlo Borromeo. Infine dai saggi compiuti sulla superficie muraria della cupola sono riaffiorati i dipinti murari (ignoti alla memoria collettiva) realizzati sull’intradosso da Domenico Stagi nella seconda metà del Settecento, opere che avevano purtroppo sostituito l’affresco del Pontormo raffigurante Dio Padre e i patriarchi. L’intervento, complesso non solo per l’importanza delle opere ma anche per la diversità dei materiali, è stato affidato a Daniele Rossi (che aveva restaurato anche l’altro capolavoro di Pontormo, la «Visitazione» della Pieve di Carmignano, e i tondi raffiguranti gli evangelisti di Pontormo e Bronzino): solo la tavola col «Trasporto di Cristo» sarà restaurata nel laboratorio di Rossi, mentre l’intervento sull’«Annunciazione» avverrà nel transetto sinistro della chiesa. In loco sarà visibile un video in loop, realizzato da Art Media Studio per Friends of Florence, che illustrerà le fasi dell’intervento.  


Vicino a Santa Felicita, e sempre grazie ai Friends of Florence, possiamo invece ammirare il ricollocamento nella chiesa di Santo Spirito del Crocifisso ligneo scolpito da Michelangelo come segno di gratitudine per gli Agostiniani che lo avevano ospitato fra la primavera del 1493 e l’autunno del 1494. La nuova posizione al centro della sacrestia (capolavoro dell’architettura rinascimentale voluto da Lorenzo il Magnifico e progettato da Giuliano da Sangallo richiamando nella pianta ottagonale la sacralità del Battistero fiorentino) valorizza il Crocifisso, permettendo, come sottolinea Daniele Rapino, di cogliere appieno «la potenza espressiva della scultura» e consentendo al visitatore di «apprezzare i multiformi punti di vista che essa offre», oltre a rendere l’opera visibile dalla chiesa, recuperando il dialogo con la stessa per la quale era stata concepita.

Laura Lombardi, 17 maggio 2017 | © Riproduzione riservata

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