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Mura arcaiche di Roselle, metà VI secolo a.C. Foto Polo Museale Toscana - MiC

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Mura arcaiche di Roselle, metà VI secolo a.C. Foto Polo Museale Toscana - MiC

Tra gli Etruschi della Toscana | Roselle e Grosseto

Un itinerario in dieci tappe attraverso i principali centri urbani etruschi e il loro territorio in compagnia dell’etruscologo Giuseppe M. Della Fina che ha viaggiato indietro nel tempo illuminando luoghi e monumenti, usi e costumi di questa straordinaria civiltà

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Giuseppe M. Della Fina

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La città etrusca e poi romana di Roselle occupava la sponda opposta di un lago salato oggi scomparso, il lacus Prelius,rispetto a Vetulonia. I suoi resti possono essere osservati in un’interessante area archeologica aperta al pubblico, che dista pochi chilometri da Grosseto. L’insediamento si sviluppò a partire dal VII secolo a.C. secondo un «piano urbanistico», che prevedeva la costruzione delle abitazioni su un colle posto a settentrione e delle officine artigianali su un’altura collocata a meridione. Per gli edifici maggiori si scelse una valle intermedia, che divenne di conseguenza il centro dell’area urbana.

Le indagini archeologiche sono state portate avanti, seppure non continuativamente, a partire dal 1959 e hanno indicato che l’insediamento si sviluppò durante il VII secolo a.C., ma si affermò pienamente soltanto nel secolo successivo riuscendo a entrare probabilmente nel novero delle dodici maggiori poleis etrusche. Nel 294 a.C. perse la propria indipendenza politica a favore di Roma. Il trauma venne assorbito rapidamente e la città figura tra quelle che permisero con i loro aiuti la spedizione africana di Scipione nell’ambito della seconda guerra punica (205 a.C.).

Gli scavi hanno consentito di conoscere le mura, diverse abitazioni, alcuni templi, le strade, le tabernae, e di ricostruire quindi seppure parzialmente l’immagine urbana antica. Tra gli edifici etruschi, si distingue per l’antichità e per le caratteristiche inusuali la Casa con recinto. Qui gli archeologi hanno recuperato ceramica di tipo domestico, pesi da telaio, rocchetti, ossa di animali e tracce di un focolare e tendono a interpretare la costruzione come un luogo di cerimonie civili e sacre, a cui partecipavano gli anziani della comunità, e l’hanno avvicinata alla regia di Roma.

Le abitazioni delle fasi più antiche sono a uno o a due vani, con lo zoccolo in pietra e l’elevato in mattoni crudi e con il tetto coperto da tegole. Un’abitazione, la Casa dell’impluvium arcaica, ha dimensioni superiori arrivando a superare i 300 metri quadrati. Dotata di un portico all’ingresso, ruotava intorno a un cortile con un impluvium per la raccolta delle acque piovane. Vi è stata riconosciuta una fattoria situata ai margini dell’abitato. È frequente, soprattutto nel settore orientale dell’abitato, la sovrapposizione di case di età ellenistica a quelle di epoca arcaica e classica.

Le indagini archeologiche hanno portato alla luce anche una significativa fase romana e alcuni suoi monumenti: il foro, la basilica, l’anfiteatro, le terme, l’Augusteo e alcune abitazioni fra le quali spicca l’elegante Domus dei Mosaici. Quest’ultima perse, durante il IV secolo d.C., il carattere residenziale e nei suoi spazi s’installò l’officina di un fabbro, che riciclava oggetti metallici e li rifondeva. Non è la sola ristrutturazione attestata: le terme furono trasformate in chiesa paleocristiana. Roselle venne abbandonata nel 1138 quando la sede vescovile fu trasferita a Grosseto, ma tra le strutture dell’anfiteatro qualcuno continuò ad abitare ancora nel Cinquecento.

A Grosseto vale assolutamente la pena visitare il Museo Archeologico e d’Arte della Maremma ospitato nel Palazzo ottocentesco del Vecchio Tribunale. È articolato su due piani e diviso per sezioni. Nella prima (Sala 1) viene documentata la fase della sua formazione con un’attenzione particolare per l’attività del canonico Giovanni Chelli, che molto s’impegnò per salvaguardare e documentare il patrimonio archeologico della Maremma. Nella successiva, suddivisa su undici stanze (Sale 2-12) viene presentata la storia di Roselle, la città di cui Grosseto si considera a ragione l’erede.

La terza sezione (Sale 13-23) consente di allargare lo sguardo e di prendere in esame la documentazione archeologica della Maremma dalla preistoria sino alla tarda antichità. Vi sono esposti capolavori assoluti quali un cratere euboico attribuito al Pittore di Cesnola (730 a.C. circa) e i reperti recuperati in alcuni dei più significativi corredi funerari di età orientalizzante e arcaica. Al suo interno si trova anche una ricostruzione al vero del relitto africano di Giglio Porto (III secolo d.C.) con il suo carico di anfore olearie.

Nello stesso edificio, al terzo piano, è ospitato il Museo di Arte Sacra della Diocesi di Grosseto dove viene illustrata la storia medievale e moderna della città e del suo territorio.


Tra gli Etruschi della Toscana
Un itinerario in dieci tappe attraverso i principali centri urbani etruschi e il loro territorio in compagnia dell’etruscologo Giuseppe M. Della Fina che ha viaggiato indietro nel tempo illuminando luoghi e monumenti, usi e costumi di questa straordinaria civiltà
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Ciotola di bucchero con alfabeto etrusco graffito, VI secolo a.C., Grosseto, Museo Archeologico e d’arte della Maremma (Sala 1). Foto MAAM

Sala dedicata alla necropoli di Roselle, VIII-VI secolo a.C., Grosseto, Museo Archeologico e d’arte della Maremma (Sala 4). Foto MAAM

Veduta degli scavi di Roselle

Roselle, area archeologica. Foto di Enrico Caracciolo - Archivio Toscana Promozione Turistica

Giuseppe M. Della Fina, 17 ottobre 2022 | © Riproduzione riservata

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