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Vetulonia, La Tomba del Diavolino di Vetulonia

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Vetulonia, La Tomba del Diavolino di Vetulonia

Tra gli Etruschi della Toscana | Vetulonia

Un itinerario in dieci tappe attraverso i principali centri urbani etruschi e il loro territorio in compagnia dell’etruscologo Giuseppe M. Della Fina che ha viaggiato indietro nel tempo illuminando luoghi e monumenti, usi e costumi di questa straordinaria civiltà

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Giuseppe M. Della Fina

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Nella primavera del 1926 veniva organizzato il I Convegno Nazionale Etrusco: un avvenimento importante per la storia della ricerca etruscologica. Dal diario di viaggio, pubblicato negli Atti del congresso, sappiamo che gli archeologi furono accolti a Vetulonia con grande onore: «Il suono della banda civica e lo scampanio gioioso del campanile della chiesa accompagnarono la comitiva nel giro del paese, tutto pavesato a festa». Non possiamo attenderci tanta attenzione, ma una visita a Vetulonia è di sicuro interesse.

Prima di raggiungere il borgo, dobbiamo visitare un insediamento dalle caratteristiche singolari che è stato riportato alla luce, a partire dagli anni Ottanta del Novecento, sotto la direzione di Giovannangelo Camporeale. Si tratta di un abitato di epoca etrusca legato all’attività mineraria e metallurgica, che costituisce oggi il Parco Archeologico del lago dell’Accesa situato nel territorio del Comune di Massa Marittima.

L’insediamento, scoperto nei pressi del lago, risulta articolato per quartieri distanti alcune centinaia di metri l’uno dall’altro, ognuno accoglieva una decina di abitazioni ed era dotato di una propria necropoli. Si tratta di un modello d’insediamento di tipo protostorico, ma presente all’Accesa ancora nel VII-VI secolo a.C. Vi sono assenti inoltre, almeno sino a questo momento,  testimonianze relative a strutture e spazi pubblici e a edifici sacri. Come si possono spiegare tali anomalie? Gli archeologi le hanno riferite al carattere manifatturiero dell’insediamento e nel suo carattere di «colonia» di Vetulonia. Qui si può osservare l’Etruria del lavoro.

Per approfondire la conoscenza occorre spostarsi nel centro storico di Massa Marittima, dove, negli spazi del Palazzo del Podestà, è ospitato il Museo archeologico che porta il nome di Giovannangelo Camporeale: un omaggio meritato a uno dei maestri dell’etruscologia. Lungo il percorso espositivo, aggiornato di recente, si possono osservare reperti di ritrovamento ottocentesco e dei primi decenni del Novecento, ma soprattutto i risultati degli scavi presso il lago dell’Accesa.

Raggiunta Vetulonia, la visita può avere inizio dal paese attuale, dove sono in vista tratti delle mura. Le aree archeologiche di Costia dei Lippi e di Costa Murata si raggiungono percorrendo la centrale via Garibaldi: vi si possono osservare i resti di un quartiere dell’antica città. Tornati sulla strada principale, a circa mezzo chilometro dal paese, sono visibili i resti di un altro quartiere con case e tabernae e una via lastricata dotata di marciapiede. In particolare, lungo la cosiddetta via Ripida, si può osservare una casa ad atrio in buono stato di conservazione. A poca distanza si trovano i resti della Domus dei Dolia, scavata in anni recenti: era una vasta residenza urbana e prevedeva spazi per attività funzionali all’economia domestica.

La necropoli è più lontana dal borgo attuale, si trova a circa 3 chilometri. Giunti sul luogo s’incontra dapprima la Tomba del Belvedere a camera quadrangolare preceduta da un corto dromos. Ancora qualche centinaio di metri e ci si trova davanti al celebre Tumulo della Pietrera, che ha restituito importanti testimonianze scultoree, tra le quali un busto femminile di fine VII secolo a.C. Ciò che colpisce immediatamente sono le dimensioni del tumulo che presenta una circonferenza di ben 210 metri. C’è da segnalare che la costruzione originaria, databile tra il 650 e il 625 a.C., crollò durante l’edificazione o immediatamente dopo, ma un altro tumulo delle stesse dimensioni venne ricostruito nel volgere di pochi decenni se non di anni.

Continuando a percorrere la via dei Sepolcri, si raggiunge la monumentale Tomba del Diavolino 2. Vi si accede attraverso un lungo dromos e la sua costruzione risale alla seconda metà del VII secolo a.C. I dati archeologici segnalano che la città durante il VI secolo a.C. era entrata già in un periodo di crisi, ma non così profonda come si riteneva sino a qualche decennio fa. Una ripresa netta si riesce a cogliere a partire dal IV secolo a.C. e il successivo intervento romano non la fermò, anche se ormai i fasti dell’Orientalizzante erano lontani.

Vetulonia possiede un museo archeologico dedicato alla memoria di Isidoro Falchi (1838-1914), medico condotto con la passione per l’archeologia e per la storia a cui si deve l’identificazione del sito. È ben allestito, articolato in sette sale e offre la possibilità di comprendere a pieno le vicende storiche del centro. Svolge una vivace attività con mostre tematiche a cadenza annuale e cicli di conferenze.

Tra gli Etruschi della Toscana
Un itinerario in dieci tappe attraverso i principali centri urbani etruschi e il loro territorio in compagnia dell’etruscologo Giuseppe M. Della Fina che ha viaggiato indietro nel tempo illuminando luoghi e monumenti, usi e costumi di questa straordinaria civiltà
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L’area archeologica di Vetulonia. Foto di Enrico Caracciolo - Archivio Toscana Promozione Turistica

Massa Marittima, Duomo e Palazzo del Podestà, sede del Museo archeologico intitolato a Giovannangelo Camporeale. Foto di Serena Puosi - Archivio Toscana Promozione Turistica

Il lago dell’Accesa. Foto di Enrico Caracciolo - Archivio Toscana Promozione Turistica

Giuseppe M. Della Fina, 10 ottobre 2022 | © Riproduzione riservata

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