Giuseppe M. Della Fina
Leggi i suoi articoliRiprendendo l’itinerario tra le città di origine etrusca della Toscana e, dirigendosi verso Cortona, nel nostro zaino ideale, accanto a The Cities and Cemeteries of Etruria di George Dennis, dobbiamo aggiungere il volumetto Voyage Archéologique dans l’Ancienne Étrurie di Wilhelm Dorow pubblicato a Parigi nel 1829, dedicato allo scultore Bertel (Albert) Thorvaldsen e da poco tradotto in italiano. È il racconto del viaggio che il diplomatico, «Consigliere aulico di Sua Maestà il Re di Prussia», e collezionista realizzò, insieme all’antiquario Francesco Inghirami e a un giovane pittore il «signor Lucherini», tra il 28 luglio e il 10 agosto 1827.
Vale la pena leggere alcune sue riflessioni sulla profondità storica del paesaggio italiano. Le annotò, o, almeno, le intuì, proprio a Cortona mentre osservava il panorama dalla finestra del palazzo del canonico Brunori, dove era ospitato: «Si tratta di una delle vedute più ampie e incantevoli sulla celebre Val di Chiana…. A poche miglia di distanza si ammira, sulle rive del lago Trasimeno, il campo di battaglia su cui Annibale riportò la sua immortale vittoria sul console romano Flaminio: così davanti ai miei occhi si riunivano l’affascinante scena del tempo presente e uno dei momenti più gloriosi del tempo antico».
Il paesaggio, intorno alla città toscana, continua a essere incantevole e può costituire un motivo valido per la visita, ma noi siamo qui per gli Etruschi e allora dobbiamo raggiungere il Museo dell’Accademia Etrusca e della città di Cortona ospitato all’interno di Palazzo Casali. Un museo in grado d’illustrare il passato della città e di raccontare la scoperta della civiltà degli Etruschi: è legato, infatti, sin dalla sua fondazione, all’Accademia Etrusca di Cortona, associazione culturale fondata nel 1727 allo scopo di «abbracciare ogni genere di erudizione antiquaria» e che ebbe subito adesioni prestigiose come quelle di Montesquieu (1739), Voltaire (1745) e Winckelmann (1761).
Nel 2005 al museo storico si è aggiunta una sezione nuova che ripercorre le vicende del centro in età antica: si va dalle prime testimonianze dell’Età del Ferro ai corredi di epoca orientalizzante dei tumuli I e II (definiti localmente meloni) rinvenuti in località Sodo, ai reperti di età arcaica e classica dai tumuli di Camucia e sempre del Sodo. In particolare si segnala la ricostruzione della gradinata monumentale del tumulo II del Sodo, fiancheggiata da due ante scolpite, raffiguranti un uomo e una leonessa in lotta. Il percorso prosegue con i materiali ellenistici e poi pienamente romani come le testimonianze provenienti dalla Villa di Ossaia.
Tra le scoperte più recenti avvenute a Cortona e nel suo territorio, una è davvero sensazionale: si tratta della Tabula Cortonensis, una delle più lunghe iscrizioni etrusche giunte sino a noi. Incisa su una tavola in bronzo, ricorda un contratto di vendita di terreni, posti presso il lago Trasimeno, tra Petru Scevas e la famiglia cortonese dei Cusu. L’iscrizione, rinvenuta suddivisa in otto pezzi, era affissa in origine con ogni probabilità in un santuario ed è databile tra la fine del III e gli inizi del II secolo a.C.
Il nucleo storico del museo accoglie opere importanti tra cui spicca il noto Lampadario etrusco, capolavoro della bronzistica etrusca e testimonianza preziosa per quanto concerne il tema dell’illuminazione nel mondo antico: è databile nell’ultimo trentennio del IV secolo a.C., secondo le proposte più recenti, e realizzata in un’officina di bronzisti localizzabile a Velzna (Orvieto).
Una volta usciti dal museo, si possono osservare i resti della cinta muraria ancora visibile per ampi tratti: si può ammirare, in particolare, la porta Bifora o Ghibellina, realizzata nella prima metà del II secolo a.C. Quindi è possibile raggiungere i tumuli ricordati in precedenza, espressione della ricchezza dell'aristocrazia locale, visitabili e inseriti nel Parco Archeologico di Cortona: i tre tumuli dovevano essere in antico ancora più maestosi, elevandosi su un piano di campagna più basso di quello attuale.
L’età ellenistica è testimoniata soprattutto dalle due «tanelle» Angori e di Pitagora (così chiamata per una tradizione di fantasia che v’identificava la sepoltura del filosofo): tombe a camera quadrangolare su basamento circolare, situate sui fianchi della collina di Cortona e visitabili anch’esse.
Tra gli Etruschi della Toscana
Un itinerario in dieci tappe attraverso i principali centri urbani etruschi e il loro territorio in compagnia dell’etruscologo Giuseppe M. Della Fina che ha viaggiato indietro nel tempo illuminando luoghi e monumenti, usi e costumi di questa straordinaria civiltà
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