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BARTOLOMEO PIETROMARCHI
Oggi celebrate e omaggiate, si muovono con naturalezza nel loro «stile tardo», che non addolcisce gli spigoli ma li illumina. Non cercano scorciatoie: accettano di continuare a sperimentare aprendosi continuamente a nuove sfide che non pacificano
Alla Fondazione Giuliani per l’arte contemporanea di Roma esposti i suoi monocromi realizzati dalla fine degli anni Cinquanta agli anni Ottanta
«Sotto le nuvole», l’ultima pellicola del regista italiano che ha ricevuto il Gran Premio della Giuria al Festival del cinema della Biennale di Venezia
«È sempre una sfida raccontare temi urgenti senza essere troppo espliciti o moralistici», spiega l’artista di origini iraniane: «Uso metafore, allegorie, simboli per narrare. I miei lavori non sono realistici: io credo che nella finzione ci sia più verità»
«Abbiamo cercato la non-arte, la non-moda, la non-pubblicità. E nel tentativo di sbagliare, abbiamo trovato qualcosa di originale», spiegano Maurizio Cattelan e Pierpaolo Ferrari che, 15 anni fa, hanno dato vita al loro progetto di enorme successo
A Palazzo Reale a Milano la grande installazione dell’artista veneto «sublima una forma di aggressività rituale: una ferita che si fa germoglio, un atto che non distrugge, ma guarisce, nel tempo e nella materia»
In attesa delle personali newyorkesi da Vito Schnabel e Gavin Brown, l’artista marchigiano parla di allestimenti e di arte: «Un artista deve sempre sostenerne un altro, capisci? Il corpo di un artista passa attraverso quello dei suoi colleghi. È proprio lì che avviene la selezione del vero»






