Veronica Rodenigo
Leggi i suoi articoliL’esempio con cui si apre la premessa appare, al confronto, impietoso: la costruzione del ponte di Öresund, la grande opera infrastrutturale che da vent’anni collega Danimarca e Svezia, Copenaghen con Malmö. 16 chilometri (di cui 4 di tunnel sottomarino), 5 anni di lavori, 2,54 miliardi di euro di costi. Per il Mose (il Modulo Sperimentale Elettromeccanico) alle tre bocche di porto della Laguna di Venezia, non ancora completato dopo 17 anni, i costi sono lievitati a oltre 6 miliardi di euro e la sua entrata in funzione è slittata a fine 2021.
È questa grande incompiuta a essere protagonista, ancora una volta, dell’ultima fra le numerose pubblicazioni dedicate. Dopo Sotto il segno del Mose. Venezia 1966-2020 (di Giovanni Benzoni e Salvatore Scaglione, La Toletta edizioni, Venezia 2020) giunge in libreria Salvare Venezia con la duplice firma di Giorgio Barbieri, giornalista delle testate locali del gruppo Gedi, e di Francesco Giavazzi, economista ed editorialista del «Corriere della Sera».
A dispetto del titolo, gli autori chiariscono subito di non avere un progetto per Venezia né la pretesa di discutere l’adeguatezza dell’opera, tralasciando anzi di usare come strumento di analisi l’interrogativo retorico, ossia se il Mose porrà fine agli affanni della città sull’acqua.
Nelle 176 pagine si concentrano piuttosto genesi e step evolutivi della vicenda Mose, incluso lo scandalo giudiziario del tentacolare Consorzio Venezia Nuova (e l’intreccio tra politica e imprese nella spartizione della pioggia di miliardi), il commissariamento, l’incognita che costituirà la partita per gestione e manutenzione ordinaria e straordinaria.
Un costo previsionale di circa 100 milioni annui. Nel complesso, nulla di nuovo o rivelatorio ma, per chi sia digiuno del tema, un buon riassunto diacronico (con qualche flashback tra un capitolo e l’altro) con analisi costi-benefici e sintetica appendice dedicata ai protagonisti dello scandalo.
Apprezzabili gli excursus storici contenuti nei primi capitoli che si addentrano nella storia della Serenissima: gli interventi che deviano il corso dei fiumi evitando lo scarico dei detriti in laguna, la nascita del Primo magistrato alle acque (nel Cinquecento), le regole delle gare d’appalto di allora, le pene per chi «venisse scoperto a lucrare sulle acque per fini personali». Moderne regole del passato.
Salvare Venezia. Il Mose. 50 anni di ritardi e sprechi. Una lezione per l’Italia che vuole ripartire, di Giorgio Barbieri e Francesco Giavazzi, 176 pp., Bur Rizzoli, Milano 2020, € 16
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