Giusi Diana
Leggi i suoi articoliQuasi un milione di visitatori nel 2018 per la Valle dei Templi, con 857.333 presenze nel 2017, confermando un trend in continua crescita (+31,6 % rispetto al 2016), entrate che superano i 5 milioni e mezzo di euro, di cui 4 milioni e 600 mila solo dalla vendita dei biglietti, 2,64 l’impatto di spesa (ogni euro speso ha una ricaduta di 2,64 euro), 454 giornate di eventi e 352 abbonamenti annuali venduti per residenti.
Sono solo alcuni dei moltissimi dati che emergono dal «Rapporto di sostenibilità sociale, economica e culturale del Parco Archeologico della Valle dei Templi», condotto da CoopCulture e realizzato da Struttura, attraverso centinaia di interviste; uno strumento utile per la programmazione che consente di valutare l’impatto non solo economico, ma anche culturale e sociale (qui sta la novità) sul territorio.
È il primo sito archeologico italiano a dotarsene, dimostrando ancora una volta lungimiranza. L’innovazione passa soprattutto dalla collaborazione tra pubblico e privato, grazie a un «Sistema Parco» che comprende 11 soggetti concessionari, che hanno prodotto nel 2017 un fatturato di 2 milioni e 580 mila euro, tra cui CoopCulture, diverse cooperative e aziende agricole del territorio e il Fai che gestisce il giardino della Kolymbethra.
Per questo nel 2017 il Parco è stato insignito del premio «Paesaggio italiano» con il progetto «Agri-Gentium» e ha avuto la menzione speciale del Consiglio d’ Europa per lo «sviluppo sostenibile e l’integrazione sociale». Una eccellenza è il marchio «Diodoros», perché nella Valle, tra i turisti in visita, si produce anche olio, vino, grano, pistacchi e miele biologici (in vendita anche negli store Eataly), grazie all’affidamento ad aziende private come la Val Paradiso, che ha in concessione oltre 100 ettari di uliveto, terreni demaniali a destinazione agricola.
Dal 2017 i servizi aggiuntivi sono affidati a Coopculture (in ATI con Skira, MondoMostre, Bluecoop, Ipacem e Cooperativa archeologica) che con una call pubblica ha assunto 43 giovani, per il 60% donne laureate. Nel 2017 sono stati scavati 3mila metri quadrati di siti preesistenti, con la scoperta del Teatro Ellenistico (IV sec. a.C.), e una convenzione ha portato gli archeologi dell’Università di Bologna a studiare nel quartiere ellenistico-romano le forme dell’abitare tra il VI sec. a.C. e l’VIII sec. d.C., con sondaggi stratigrafici che hanno dimostrato come la maggior parte della città antica è ancora tutta da scavare.
A ottobre 2018 è avvenuto un nuovo ritrovamento di pitture parietali in una delle case dell’insula III, e il direttore Giuseppe Parello annuncia per il 2019 una grande mostra su «La costruzione del patrimonio monumentale in età classica».
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