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Una veduta dell’allestimento della Pinacoteca Nazionale di Cagliari

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Una veduta dell’allestimento della Pinacoteca Nazionale di Cagliari

Alla Pinacoteca di Cagliari 1.200 opere dal Trecento ad oggi

Negli spazi riqualificati del museo sardo l’arte locale dialoga con l’Europa e il Mediterraneo

Olga Scotto di Vettimo

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La Pinacoteca Nazionale di Cagliari rientra nelle sedi espositive dei Musei Nazionali di Cagliari ed è costituita da un ricco patrimonio di oltre 1.200 opere realizzate dal XIV secolo a oggi, disposte su tre piani lungo un percorso discendente attorno alle antiche mura spagnole inglobate nell’edificio. 

Il nucleo originario, formatosi in seguito alla soppressione degli ordini ecclesiastici (1866) e alla demolizione della chiesa cagliaritana di san Francesco di Stampace (1875), seguì le stesse sorti delle collezioni di antichità, fino a trovare posto nel 1904 nel Palazzo delle Seziate, adiacente al Regio Museo Archeologico e, infine, dal 1992, nella Cittadella dei Musei. La Pinacoteca deve il suo attuale sviluppo ai recenti lavori di riqualificazione, conclusi nel 2023, eseguiti nel rispetto dei criteri di accessibilità, nonché al rifacimento dell’impianto illuminotecnico e al riallestimento degli spazi, che hanno consentito di creare nuove superfici espositive e di procedere a un riordino delle opere secondo criteri scientifici cronologici. Ben più vasto di quello in esposizione, il patrimonio comprende, oltre alle opere pittoriche, un’interessante collezione etnografica e una consistente raccolta di armi.

I maestosi retabli, polittici quattro-cinquecenteschi di ascendenza iberica (Joan Mates, Rafael Thomas, Joan Figuera, Joan Barceló, Maestro di Castelsardo, Maestro di Sanluri), assieme a pregevoli testimonianze della pittura locale (Lorenzo, Pietro e Michele Cavaro, Antioco Mainas, Francesco Pinna), attestano contaminazioni e influenze culturali, nonché una produzione del sud della Sardegna capace di esprimere tra XV e XVI secolo continuità con la tradizione ispano-fiamminga e aperture alla produzione rinascimentale e manierista italiana, rimarcando il dialogo che l’isola ha sempre intrattenuto con altri centri del Mediterraneo e con tutta l’Europa. Scambi confermati anche dalla presenza di dipinti di scuola italiana (genovese, romana, napoletana) ed europea (Fiandre, Spagna) dal XVI al XVII secolo, provenienti da contesti ecclesiastici smembrati o da donazioni private. Al secondo piano, invece, sono esposte opere dell’800 sardo sabaudo, in cui prevalgono un’interessante collezione di ritratti e un’importante testimonianza della pittura novecentesca sarda (Stanis Dessy, Pietro Antonio Manca, Cesare Cabras, Mario Delitala, Giovanni Ciusa Romagna), che riprende temi di vita agreste, abiti tradizionali, paesaggi, ritratti e nature morte. Infine, al piano inferiore, dedicato agli allestimenti di arte contemporanea, sono esposti gioielli e sculture di Italo Antico (Cagliari, 1934), opere della recente donazione dell’artista (2021).

Olga Scotto di Vettimo, 09 gennaio 2025 | © Riproduzione riservata

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