Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine

Elena Correggia
Leggi i suoi articoliLa 68esima edizione di Brafa, che si è appena conclusa il 5 febbraio negli spazi di Brussels Expo, registra la soddisfazione degli organizzatori, ma anche di gran parte delle 130 gallerie partecipanti. Benché la manifestazione organizzata dall’associazione Foire des Antiquaires de Belgique abbia sempre puntato sull’eclettismo di epoche e generi, quest’anno si è registrata una spiccata prevalenza di arte moderna e contemporanea. Una scelta dettata, forse, dal desiderio di differenziarsi maggiormente da una fiera concorrente come Tefaf, più votata all’antico.
La galleria parigina Jean-François Cazeau ha venduto una scultura del surrealista André Masson, «Extase», del 1938, per una cifra sotto i 100mila euro e una litografia di Picasso, «Femme au fauteuil N.2» dalla limitata tiratura, proveniente in origine dalla collezione di Marina Picasso per 35mila. Nello stesso stand ha catturato gli sguardi una grande pittura murale di James Rosenquist di più di 7 metri di lunghezza, «Eau de robot» del 1981-84, commissionata dalla Fondation Renault. Specializzata nella scultura del XIX e XX secolo, la galleria Nicolas Bourriaud ha riscontrato molto interesse per le opere di Auguste Rodin, ma anche per quelle di François Pompon, Céline Lepage e Albéric Collin.
«Glass», un acrilico su tela di un’artista oggi quanto mai sulla cresta dell’onda come Yayoi Kusama è stato venduto dalla Stern Pissarro Gallery per 450mila euro, mentre Francis Maere ha collocato una natura morta dell’artista fauve belga Rik Wouters per 300mila circa. Il Settecento delle arti decorative ha brillato nello stand di Röbbig München, dove un collezionista ha acquistato una porcellana Meissen prodotta da una firma come quella di Johann Joachim Kaendler per 220mila euro.
Nell’ambito delle arti decorative e del design si distingueva per la coerenza stilistica lo spazio di Van den Bruinhorst, tutto dedicato al Modernismo olandese. Fra le sue vendite una coppia di sedie «Zigzag» dell’architetto e designer Gerrit Rietveld (a 15.500 l’una) e tre ceramiche decorative di Bart van der Leck, componente del movimento De Stijl, di cui un piatto acquistato dal Museum of Fine Arts di Houston, in Texas (la richiesta per queste ceramiche oscillava fra 9.500 e 25mila euro). Alla galleria olandese Lennart Booij Fine Art and Rare Items sono stati subito venduti un raro vaso in ceramica di Emile Gallé e alcuni vetri di Lalique, mentre dal viennese Florian Kolhammer hanno trovato un acquirente vari vasi della vetreria boema Loetz, di cui il più caro a 32mila euro, ma ci sono anche trattative in corso con un museo per un dipinto monumentale dell’impressionista austriaco Rudolf Quittner per 140mila.
Tradizionalmente molto importante poi la presenza di opere di arte africana e orientale. «Sembrava un’edizione pre-Covid sia in termini di pubblico sia di espositori, a Brafa troviamo un collezionismo preparato e ricettivo e il nostro bilancio è molto positivo», commentano dalla galleria Dalton Somarè di Milano, che ha venduto tre oggetti fra cui una maschera facciale dei Punu del Gabon e un copricapo Tchiwara a forma di gazzella stilizzata del Mali. Il pezzo più importante venduto dalla galleria belga di Didier Claes è stata una pantera Edo in bronzo del Bénin appartenuta alla collezione del pittore fauve André Derain per 100mila euro, ma anche vari oggetti fra i 20 e i 40mila.
Buoni affari per la galleria francese Hioco, specializzata in arte orientale e asiatica, che ha collocato una stele giaina in arenaria del VII-VIII secolo per oltre 50mila euro e un busto di Buddha dalla Thailandia, del XV secolo, con una bella patina di bronzo e in ottimo stato di conservazione, per una cifra vicino a 40mila euro. Soddisfazione condivisa fra le gallerie italiane anche da chi tratta il design, italiano e non, come Robertaebasta (Milano, Londra): «Brafa si conferma un appuntamento fondamentale del mercato dell’arte, la mostra è bellissima, scenografica, maestosa», afferma Mattia Martinelli che ha concluso svariate vendite fra cui una libreria di Albini, una lampada di Willy Darò, una palma di maison Jansen e un servizio d’argento di Sant’Elia, mentre è in trattativa con un museo privato per un’importante opera italiana.
Diverse le opere su cui ci sono trattative in corso con clienti soprattutto di area fiamminga da Chiale Fine art (Racconigi, Bruxelles, Parigi), in particolare per due terrecrude attribuite a Ivan Mestrovic e per una credenza veneziana in lacca. Dalla galleria lamentano tuttavia l’eccessiva declinazione moderna di questa edizione, che ha visto svariate defezioni fra gli antiquari. Presenti invece alcuni galleristi italiani che hanno scelto una sede all’estero come Giammarco Cappuzzo (Londra), che ha portato due dipinti al centro di studi approfonditi: una tela di Sebastiano del Piombo, che si ipotizza sia l’«Ecce Homo» donato dal pittore a Papa Clemente VII nel 1523 (la richiesta è oltre il milione di euro) e «Il rinnegamento di San Pietro», un altro ritrovamento da collezione privata straniera per il quale gli studiosi concordano nell’attribuzione a Bartolomeo Manfredi, esponente di spicco del caravaggismo romano (oltre 2 milioni).
Un pubblico numeroso e appassionato, proveniente soprattutto da Belgio, Olanda, Francia, Italia e Germania è quello riscontrato da Carlo Repetto di Repetto gallery (Londra, Lugano), che ha venduto opere di Lucio Fontana, Christo, Michelangelo Pistoletto, Fausto Melotti e dell’artista belga Bram Bogart per cifre comprese fra 10mila e 100mila euro.

«Ecce homo» di Sebastiano del Piombo, olio su pannello proposto dalla galleria Giammarco Cappuzzo per una cifra superiore al milione di euro

Copricapo Tchiwara del Mali, opera venduta dalla galleria milanese Dalton Somaré
Altri articoli dell'autore
Dal 24 aprile all’8 giugno torna l’appuntamento lungo un mese che trasforma la cittadina piemontese in luogo in cui conoscere più da vicino arte, artigianato e antiquariato
È il top lot, inaspettato, dell’asta di dipinti antichi e del XIX secolo. Da Cambi, invece, gli arredi d’epoca resistono e sfidano la crisi
Gli esperti non hanno dubbi: c’è un rinnovato interesse, complice l’appetibilità dei prezzi, per autori come Morbelli, Pellizza da Volpedo, Fattori, Zandomeneghi e altri noti già riconosciuti dalla storia e dalla critica dell’arte
L’asta del 16 aprile riaccende i riflettori su una pittura raffinata, riscoperta dal mercato dopo anni di disattenzione