Elisa Carollo
Leggi i suoi articoliZⓈonamaco (dal 7 all’11 febbraio), alla sua ventesima edizione, si è sviluppata negli anni parallelamente alla scena artistica messicana che ha iniziato a fiorire alla fine degli anni Novanta. «Maco è un riflesso della crescente scena locale, di cui la fiera ha fatto parte e che ha stimolato», commenta José Kuri, cofondatore di kurimanzutto, che quest’anno festeggia il suo 25mo anniversario con l’attesissima mostra di Gabriel Orozco, uno dei primi artisti messicani conosciuti all’estero.
Malik Al-Mahrouky, direttore vendite e partner della galleria messicana, ha commentato: «Abbiamo mantenuto un alto livello di vendite sia nello spazio della galleria che nello stand della fiera d’arte. La presenza di gruppi museali ha aggiunto un senso di scoperta e di educazione. La settimana in sé è stata incredibilmente vivace e ci sono state molte occasioni per entrare in contatto con clienti e colleghi. Abbiamo realizzato importanti vendite a istituzioni europee e americane e a collezioni private, tra cui Carlos Amorales, Gabriel Kuri, Gabriel Orozco, Ana Segovia, Bárbara Sánchez-Kane e Roberto Gil de Montes».
Palpabile era l’entusiasmo nell’affollato giorno di apertura di ZⓈonamaco, con spazi locali come RGR, OMRe Travesía Cuatro che hanno registrato pressoché il sold out sin dalle prime ore dell’esposizione. Al centro dell’attenzione alcuni dei nomi appena annunciati per la prossima Biennale d’arte di Venezia, ma anche artisti consolidati messicani e del Sudamerica. Fra le giovani promesse latinoamericane, la peruviana Wynnie Minerva ha presentato con Gathering (Londra) due opere monumentali che sono state poi acquisite da istituzioni, dopo la recente mostra al New Museum a New York e altri progetti museali in programma. Tutti venduti anche i lavori di Hilda Palafox da Proectots Monclova, con prezzi sui 20mila e 25mila USD.
Fra le italiane presenti si dicono soddisfatte Eduardo Secci, Anna Marra, L.U.P.O. - Lorenzelli Upcoming Projects e Galleria Continua che ha presentato anche un’ambiziosa installazione del cubano Osvaldo González Aguiar. A oggi, la scena messicana è sempre più ricca e strutturata, con molti autori che espongono con gallerie internazionali, molte delle quali hanno aperto in città, ultima la König Galerie. Mentre Lisson Gallery ha fatto presenza fissa presso lo studio di Pedro Reyes durante i vari open studio, Sean Kelly Gallery ha venduto in fiera varie opere di José Dávila tra i 15mila e 85mila USD.
Continuano inoltre a crescere le realtà locali emergenti, come Lodos, Peana, Llanos, Campeche, General Expenses,e Salón Silicón che presentano programmi sempre più solidi e interessanti. Festeggiava quest’anno già 10 anni anche la fiera satellite Material, terreno per queste gallerie come altre con una proposta sempre più di ricerca a livello internazionale. Durante l’affollatissimo opening (giovedì 8 febbraio) anche qui sono state varie le vendite, anche se premia presentare soprattutto artisti messicani o comunque della regione, come nel caso delle visionarie ceramiche di Alejandro García Contreras o le sensuali opere fra astratto e surreale di Lucia Vidales.
Unica Italiana qui Galeria Macca che ha presentato una bipersonale con opere dell’italiana Veronica Paretta e dell’ucraina Sasha Roshen. Tante le mostre di qualità in città, fra gallerie e istituzioni confermano la città come uno degli hub artistici principali delle Americhe. Fra le mostre in gallerie da non perdere: il visionario percorso concepito da Eduardo Sarabia da OMR e la personale di Frieda Toranzo Jaeger da Travesía Cuatro, anche lei inclusa fra i selezionati della prossima Biennale. L’Istituto italiano di Cultura ha dedicato invece una personale all’artista Cristian Chironi, mentre al Museo Tamayo trovavamo la prima mostra in Sud America dell’artista Petrit Halilaj.
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