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Camilla Bertoni
Leggi i suoi articoli«Polvere» è il titolo di un progetto fotografico durato dal 2016 al 2021 che ha preso forma in un libro e una mostra, frutto di Un viaggio sentimentale nei cimiteri monumentali d'Italia, come recita il suo sottotitolo. Cimiteri percorsi dal fotografo siciliano Nino Costa. La mostra sarà inaugurata il 22 febbraio nella Chiesa San Francesco Borgia, da poco riaperta dopo cinque anni di lavori di restauro e di manutenzione straordinaria, in Via dei Crociferi, la strada del barocco di Catania, giorno in cui si terrà anche la presentazione del volume edito da 2Lab Self Publishing 2024.
Un invito a guardare i cimiteri storici come a «contenitori di Bellezza, Arte e Memoria, spiega l’autore, con l’intento di creare anche in Sicilia, come avviene già altrove, un itinerario del turismo dei “luoghi del silenzio”».Un tema già all’ordine del giorno dell’Assemblea Regionale Siciliana che ha presentato recentemente un disegno di legge per il riconoscimento e la valorizzazione dei cimiteri monumentali e storici della Sicilia, per la loro tutela e valorizzazione.
L’obiettivo di Costa attraversa non solo il cimitero della sua città, Catania, a cui è dedicata la seconda sezione della mostra, «Imago mortis», ma anche alcuni dei più significativi italiani: nella prima sezione la mostra raccoglie una cinquantina di scatti a colori e in bianco e nero su alcuni monumenti realizzati tra XIX e XX secolo nei cimiteri di Staglieno a Genova, le Certose di Bologna e Ferrara, il Vantiniano di Brescia, il Verano di Roma, i Monumentali di Torino, Milano, Verona, Modena e Trieste. «Strutture fondate tra XVIII e XIX secolo, racconta Nino Costa, e dove è maggiore l’evidenza del passaggio dalla purezza neoclassica di origine illuministica alla monumentalizzazione del privato delle classi borghesi».
L’interesse del fotografo non è tanto di natura storico artistica, ma le sue immagini costituiscono un racconto emozionale: il suo interesse non è infatti focalizzato sulle date, né sugli autori dei monumenti, e nemmeno sulle dediche ai sepolti. Filo conduttore è la polvere che dà il titolo alla raccolta: ricoprendo le sculture scelte, accentua, insieme alla carezza della luce e accanto agli omaggi appassiti e a volte trascurati lasciati dai viventi, il senso di labilità della memoria nel nostro effimero tentativo di rendere immortali le esistenze e le cose che le accompagnano.
La mostra, proposta da Antonella Furian e organizzata dalla Direzione Regionale del Parco Archeologico e Paesaggistico di Catania e della Valle dell’Aci, sarà visitabile fino al 29 marzo a ingresso libero, da lunedì a sabato 15-18, festivi e domenica 9-13 e 14.30-19.
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