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Stefano Miliani
Leggi i suoi articoliCome a ricomporre quella comunione tutta rinascimentale tra cultura umanistica e cultura scientifica sfibratasi nella modernità, la Città di Fermo sta avvicinando le sue raccolte d’arte e scientifiche in un Polo museale unico a misura di passeggiata nel centro storico. Il 24 aprile, dopo restauri e adeguamenti delle sale, riapre il seicentesco e nobiliare Palazzo Paccarone. Qui il Comune marchigiano accorpa le raccolte dei Musei scientifici (come il Museo polare intitolato all’esploratore Zavatti e l’Istituto ornitologico Salvadori) trasferite dalla settecentesca Villa Vitali, bella ma esterna al cuore antico. Di fronte, la Chiesa di San Filippo è già diventata sede di mostre e convegni (cfr. n. 379, ott. ’17, p. 39).
L’edificio più rinomato è il Palazzo dei Priori: del XVI secolo, contiene la Pinacoteca Civica, la Sala del Mappamondo (con un magnifico globo del 1713) e una biblioteca ricca di volumi antichi. Il terremoto del 2016 lo ha reso inagibile, ma tornerà a essere il fulcro dell’arte: il Comune spera di concludere i lavori entro l’estate, o almeno entro l’anno.
«Creiamo un polo espositivo e culturale coerente, interviene il vicesindaco con delega ai Beni culturali Francesco Trasatti. Adotteremo misure a vantaggio dei turisti, come il biglietto unico. Palazzo dei Priori farà anche da hub per l’accoglienza e servirà esclusivamente alla cultura. Sopra le Cisterne Romane creeremo un museo archeologico con un centro visitatori». E l’ex terminal dei bus, svela, ospiterà un centro d’arte contemporanea: «Cercheremo di integrare in un percorso di visite anche il Museo Diocesano e alcuni palazzi storici privati. L’obiettivo è completare tutti i restauri e dare un’offerta cultura completa e razionale. Nel 2016 i visitatori erano in crescita, il terremoto ci ha massacrato. Correggo: stiamo recuperando».

La Sala del Mappamondo nel Palazzo dei Priori di Fermo
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