Image

Opere di Lucia Di Luciano presso lo stand di 10 A.M ART ad Art Brussels

Image

Opere di Lucia Di Luciano presso lo stand di 10 A.M ART ad Art Brussels

Art Brussels convince tutti

Un pubblico numeroso e interessato riempie gli spazi del Brussels Expo soprattutto nel primo giorno della fiera che si conferma ricca di proposte quanto devota alla pittura

Monica Trigona

Leggi i suoi articoli

Si è svolta dal 20 al 23 aprile la 39ma edizione di Art Brussels, fiera della capitale belga che ha ospitato 152 gallerie scelte tra quasi 400 candidature.

Trasferita quest’anno al Brussels Expo, la kermesse, tra le più antiche e consolidate in Europa, è un terreno di scoperta per i collezionisti più curiosi che solitamente trovano interessante l’eterogeneità delle proposte degli espositori.

A tal proposito, la direttrice Nele Verhaeren racconta a Il Giornale dell’Arte che «il 25% delle gallerie non ha mai partecipato ad Art Brussels. In “Discovery” si possono trovare gli artisti emergenti più giovani, mentre in “Rediscovery” ci si concentra sull’arte non adeguatamente rappresentata della seconda metà del XX secolo. “Prime” rappresenta invece l’arte mid-career e quella affermata. Art Brussels riunisce un mix fresco di arte giovane, da scoprire, carriere avviate, consolidate e da riscoprire. È una fiera d’arte internazionale. Il 25% delle realtà proviene dal Belgio, seguito dalla Francia con il 17% e dalla Germania con il 9%».

Molto meno rilevante è la presenza americana che è consistita in solo 10 gallerie tra cui la principale è Gladstone Gallery.

Negli accoglienti spazi espositivi, le ariose Hall 5 e Hall 6 del Brussels Expo, il pubblico è parso trovarsi a suo agio. «La gente non ama andare di fretta», aggiunge Verhaeren: «È necessario prendersi il tempo giusto per approfondire gli incontri, per assorbire ciò che si è appena visto e, creando punti di sosta, contribuiamo a migliorare questa esperienzaInoltre, le visite guidate sono gratuite, grazie al sostegno dei principali partner, gli studenti non pagano il secondo giorno di fiera, c’è un angolo per i più piccoli e il diritto di visitare Art Brussels gratuitamente per chi non può permettersi di pagare».

Che questa sia stata una fiera molto orientata alla pittura appare chiaro da subito. Negli stand di gallerie come Praz-Delavallade, Semiose, Templon, Alex Vervoordt Gallery, Robert Grunenberg, Galerie Nathalie Obadia, Pedrami Gallery, PLUS-ONE Gallery, ALMINE RECH, The Hole, per citarne solo qualcuna, spiccavano tele imponenti di nomi conosciuti della scena contemporanea.
IMG20230424215103747_130_130.jpeg
Qua e là si sono intraviste sculture ed installazioni, talora delle opere fotografiche, ma è la pittura ad avere avuto la meglio su tutti i linguaggi presenti.

Circa le vendite c’è da dire che si sono concentrate molto nel primo giorno di apertura. Rodolphe Janssen, di Bruxelles, aveva uno stand affollatissimo e all’inaugurazione già venduto una decina di lavori tra i 5mila e i 60mila dollari, tra cui un grande quadro della giovane svizzera Luisa Gagliardi (range di prezzo tra i 50 e i 60mila dollari), uno di Gina Beavers (30mila dollari) e ricevuti numerosi feedback positivi per le opere dei gemelli rumeni Gert e Une Tobias.

La parigina Semiose già prima dell’opening aveva concluso acquisizioni di Amélie Bertrand e due olii di Justin Liam O’Brien. Poche ore dopo ha ceduto una grossa tela di Françoise Pétrovitch per 26.500 euro. Assai fotografata nello stand è stata l’installazione a parete di Moffat Takadiwa realizzata con materiale di scarto e in vendita a 45mila euro.

Si è respirato un umore decisamente positivo da Templon che da subito, come ha raccontato la direttrice generale Anne-Claudie Coric, ha piazzato due pezzi del belga Jan Van Imschoot (range tra i 40 e i 60mila euro), uno di François Rouan, per 35mila euro (e diverse riserve), uno dell’artista senegalese Omar Ba per 100mila euro e tre piccoli del senegalese Alioune Diagne (range tra i 17 e i 25mila euro), di cui recentemente si è chiusa la personale nella sede belga della galleria.

Almine Rech, che vanta sedi a Parigi, Bruxelles, Londra, New York e Shanghai, ha esposto i sensuali quadri dell’americana Amanda Wall di cui sono stati venduti alcuni tra i 30 e i 35mila euro così come un’opera di Umar Rashid (range tra 70 e 75mila euro) e una di Joël Andrianomearisoa per 18mila euro. Il direttore Nicolas de Chérisey ha espresso la sua soddisfazione per l’afflusso di visitatori internazionali che ha prodotto numerose vendite e opere riservate.

Lia Rumma ha presentato uno stand museale che ha radunato nomi importanti della scena nazionale ed internazionale, come Paolo Icaro, Marina Abramović, Gian Maria Tosatti, Ettore Spalletti, William Kentridge, Vanessa Beecroft e Gilberto Zorio. Dalla galleria l’impressione che i collezionisti ci siano stati, che abbiano apprezzato particolarmente la selezione proposta e che si sia trattato prevalentemente di belgi, olandesi e tedeschi.

Da Gladstone Gallery, che ha allestito un’impattante quadreria di specchi di Rirkrit Tiravanija, le vendite sono state buone e la soddisfazione maggiore è arrivata per l’apprezzamento rivolto agli artisti più «giovani», come Kasper Bosmans e Kerstin Brätsch, quest’ultima presente nella mostra «Il latte dei sogni» all’ultima Biennale d’Arte di Venezia.
IMG20230503211907824_130_130.jpeg
Non delude mai la selezione di Xavier Hufkens che oltre ad aver presentato bellissimi lavori di Antony Gormley, Giorgio Griffa, Giuseppe Penone, Sterling Ruby e dell’inglese Thomas Houseago (una scultura in legno molto ammirata), ha registrato sold out per la personale della trentenne Nathanaëlle Herbelin: una decina di olii su tavola e su tela, composizioni intime e familiari, venduti tra i 10 e i 40mila euro. Di Michel François, fino al 21 luglio al Bosar di Bruxelles con la retrospettiva «Contre nature», sono state vendute due installazioni dal valore di circa 35mila euro.

Xavier Hufkens ha commentato con entusiasmo la presenza in fiera del suo spazio e i buoni affari conclusi: «Art Brussels è più di una semplice fiera d’arte. Fornisce un’esperienza coinvolgente all’interno di una vivace comunità di artisti, curatori, collezionisti e appassionati d’arte. Per noi è stata una grande opportunità per presentare il lavoro di Nathanaëlle Herbelin a un pubblico ricettivo e curioso. Il successo della sua personale, che è andata esaurita il primo giorno della fiera, ha affermato l’entusiasmo del pubblico per le nuove scoperte e ha dimostrato il potenziale della fiera per aiutare gli artisti a raggiungere un nuovo pubblico».
IMG20230424164633535_130_130.jpeg
Repetto Gallery di Lugano, il cui stand ha ospitato pezzi dai 3mila ai 400mila euro, ha avuto una prima giornata di apertura decisamente incoraggiante avendo ceduto per 12mila euro un’opera di Alessandro Piangiamore e lavori di Arcangelo Sassolino e Marco di Giovanni.
«Ad Art Brussels il risultato è sempre soddisfacente», dichiara Carlo Repetto, che aggiunge: «Essendo quasi dei veterani della fiera, conosciamo esattamente il gusto del collezionismo mitteleuropeo che è perfettamente in linea con le scelte della galleria. Ci riconosciamo insomma».

Lo stand di Monitor, che ha sede a Roma, Lisbona e Pereto (Aq) è apparso particolarmente curato nel presentare artisti legati dal filo rosso dell’impegno tematico e dell’originalità creativa: Thomas Braida, Oscar Giaconia e Nicola Samorì. Un lavoro di Braida (27.500 euro) e uno di Giaconia (12.500 euro) sono stati acquisiti da una collezione svizzera.

«L’intento è quello di far conoscere artisti italiani di un certo livello ad un pubblico internazionale che, se interessato a scoprire altre ricerche, ne apprezza sicuramente la qualità», ha dichiarato la fondatrice della galleria Paola Capata.
La galleria Zeno X Gallery di Anversa, tra le più apprezzate in fiera, ha piazzato, tra le altre, un’impattante opera a muro dell’artista beninese Pélagie Gbaguidi (40mila euro), diverse fotografie di Dirk Braeckman (tra 10 e 30mila euro) e una bella scultura di Mark Manders per 150mila euro. La direttrice Nina Hendrickx si è detta molto soddisfatta per l’affluenza numerosa e l’alta qualità della kermesse.

Interessante, e coraggiosa, la proposta della galleria Il Ponte di Firenze che, all’interno di «Rediscovery», ha dedicato un intero stand, fotografatissimo, allo scultore toscano Mauro Staccioli.
Nella stessa sezione un’altra italiana, la milanese 10 A.M. ART, ha creato un bel percorso inerente alla ricerca della siciliana Lucia Di Luciano, già presente alla scorsa Biennale d’Arte di Venezia. Dell’artista sono state cedute 5 opere, tre per 4.600 euro alla fondazione belga Galila's P.O.C. e due, per 15mila euro ciascuna, ad un collezionista di Ginevra.

Così ha commentato il direttore della galleria, Christian Akrivos, la sua prima esperienza ad Art Brussels: «L’opening è stato un grandissimo opening in cui erano presenti collezionisti internazionali che volevano comprare sia storicizzato che contemporaneo, e a noi è andato bene, perché abbiamo venduto subito cinque lavori. Dopo l’opening ci si aspettava quindi una fiera incredibile, ma venerdì e sabato non sembra ci fossero molti collezionisti mentre domenica si, molti, ma tutti orientati sull’ultra contemporaneo. Ci siamo resi conto che le gallerie che hanno venduto lo hanno fatto con artisti ultra-contemporanei o massimo mid-career. Bruxelles è un’Artissima ancora più internazionale, qua si viene per fare nuove scoperte. Essendo noi nella sezione “Rediscovery” finché c’era il collezionismo che ha comprato storicizzato è andata bene, poi abbiamo fatto fatica. Abbiamo comunque in ballo delle trattive. Per essere la prima esperienza non possiamo che essere soddisfatti: le vendite sono state fatte, siamo rientrati con le spese e contatti se ne sono avuti. La maggiore soddisfazione è stata vendere Lucia Di Luciano ad una fondazione pubblica. La sensazione netta, parlando pure con i colleghi italiani, è stata che si è venduto soprattutto l’ultra contemporaneo e in opening i grandi maestri italiani».

La fiera conferma la sua alta qualità anche per la galleria bergamasca Thomas Brambilla che ha avuto diverse opere attenzionate e altre in trattativa sin dalle prime ore di apertura. La loro artista più richiesta è stata la scultrice e pittrice inglese Maggi Hambling. Una sua piccola tela si aggira sui 20mila euro.
All’interno della sezione «Discovery», la galleria Eduardo Secci, con sedi a Firenze e Milano, ha venduto una grande tela dell’ucraina Daria Dmytrenko, ora in residenza alla Fondazione Bevilacqua la Masa, per 18mila euro e altre due sono state riservate.

La capitale belga si è dimostrata molto attiva quanto ad iniziative e proposte al di fuori del Brussels Expo. «Oltre a una forte fiera internazionale, Bruxelles come città ha anche molto da offrire, chiosa Nele Verhaeren. Art Brussels ha programmato 35 eventi VIP in luoghi privati e istituzionali di Bruxelles. I ristoranti d’atmosfera, i negozi di moda, l’architettura eclettica e, naturalmente, le grandi mostre di gallerie e musei contribuiscono a rendere più piacevole l’esperienza di visitare una fiera d’arte. La sera, prima dell’apertura della fiera, organizziamo l’Art Brussels Gallery Night, in cui le gallerie aprono le loro porte di sera per accogliere i visitatori internazionali sulla soglia di casa. Questo crea un’atmosfera speciale. Tra le mostre da non perdere, Michel François (rappresentato in fiera da Xavier Hufkens) presso Bozar, Marina Pinsky (rappresentata in fiera da Clearing) presso La Loge, Eva Jospin (rappresentata in fiera dalla galleria Suzanne Tarasieve) presso Fondation Thalie, la composizione colorata di Laure Prouvost (rappresentata in fiera da Nathalie Obadia) che ricopre la facciata del Kanal Centre Pompidou, e Mehdi-Georges Lahlou (rappresentato in fiera da Transit Gallery) a La Centrale».

Quanto ai riconoscimenti di quest’edizione, Il premio DISCOVERY è stato assegnato a Capsule Shanghai per la sua presentazione di Curtis Talwst Santiago mentre il vincitore del SOLO PRIZE è stato Marcos Avila Forero. Quest’ultimo si è aggiudicato la somma di 10mila euro. La selezione è stata effettuata da una giuria di professionisti che comprendeva Harald Krejci, Brenda Guesnet e Béatrice Salmon.
IMG20230424214921481_130_130.jpeg
Tra vendite della prima ora e un costante flusso di visitatori, non sempre focalizzati sull’acquisto, Art Brussels si è chiusa riservando successi e soddisfazioni soprattutto nella sua giornata inaugurale. Non essendo in concorrenza con fiere come Art Basel e Frieze, sicuramente i prezzi più contenuti e le proposte assai diversificate l’hanno resa appetibile anche per acquirenti con budget più contenuti.

L'assegnazione del SOLO PRIZE a Marcos Avila Forero

Un’opera di Nathanaëlle Herbelin nello stand di Xavier Hufkens. Cortesia di Xavier Hufkens

«The Epiphany (1516)» (2022) di Rachel Rose. Cortesia di Gladstone Gallery. Foto Fabrice Schneider.

Veduta aerea del Brussels Expo. Foto di David Plas

Monica Trigona, 24 aprile 2023 | © Riproduzione riservata

Altri articoli dell'autore

ArtTactic e Hiscox hanno redatto un report che analizza come è stata recepita dal mercato l’arte generata artificialmente. Creatività umana e quella dell’IA possono coesistere in armonia? Cosa pensano collezionisti e art lovers? I musei come si comportano?

La fiera, che riunisce opere di diversi momenti storici, chiude i battenti in un clima di generale ammirazione anche se per qualcuno gli acquirenti sono stati più cauti e meno interessati all’arte antica

Gli spazi in città regalano al pubblico mostre visionarie che riflettono tempi in cui si sovrappongono con estrema naturalezza dimensioni fisica, metafisica e digitale

Momento molto atteso della fiera torinese è quello dei riconoscimenti che, con qualche novità quest'anno, sono stati consegnati a galleristi e artisti

Art Brussels convince tutti | Monica Trigona

Art Brussels convince tutti | Monica Trigona