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L'acqua alta a Venezia lunedì 29 ottobre 2018

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L'acqua alta a Venezia lunedì 29 ottobre 2018

Il cambio climatico e i siti Unesco nel Mediterraneo: Venezia

Che cosa ne sanno e che cosa decidono di fare i rispettivi governanti?

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Anna Somers Cocks

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Le città antiche del Mediterraneo erano costruite sull'acqua. Ma oggi l'acqua sale e diventeranno città sommerse. Una ricerca pubblicata dalla più autorevole rivista scientifica del mondo «Nature», dà per certi i danni gravissimi provocati dai cambiamenti climatici ai 49 siti del Patrimonio Unesco lungo le sponde del Mediterraneo. 37 di loro saranno inondati entro il 2100.

Venezia: l’Italia deve agire

Venezia non necessita di descrizione, e nemmeno il fatto che venga frequentemente inondata, a volte a considerevole profondità, come il 29 ottobre quando il livello dell’acqua ha raggiunto i 156 cm sopra il livello di riferimento, stabilito nel 1871 (l’inondazione inizia a +80 cm) all’osservatorio ufficiale di Punta della Salute. Il rapporto di «Nature» colloca Venezia nella più alta categoria di rischio tanto di erosione quanto di vulnerabilità all’incremento del livello del mare, con picchi fino a 2,5 metri previsti entro il 2100. Il primo perché la laguna sta perdendo sedimenti a ogni bassa marea dell’Adriatico; il secondo perché il livello dell’acqua in città è già salito di 30 cm rispetto al 1871.

Il rapporto dice che la città sarà protetta da barriere mobili, il Mose (la cui operatività è prevista nel 2021, con 10 anni di ritardo), progettate per sopportare un allagamento eccezionale fino a 3 metri; omette però di dire che esse non potranno salvare la città da un aumento cronico del livello del mare, che causerà l’allagamento della città a ogni alta marea verso la fine del secolo a meno di tenerle chiuse quasi in permanenza, con conseguente grave inquinamento dell’ambiente lagunare. Ciò è messo in evidenza da uno studio dell’Ismar-Cnr, pubblicato dall’Unesco nel 2011.

Le ripetute richieste all’assessore per l’ambiente della città, Massimiliano De Martin, di fornire informazioni sui progetti di lungo termine per far fronte al problema non hanno ricevuto risposta, sebbene ci sia stato detto che l’assessore è a conoscenza dell’articolo di «Nature». Mechtild Rössler, direttore del Centro per il Patrimonio Mondiale dell’Unesco a Parigi, ha detto: «L’Italia è un Paese ricco e deve prendersi seriamente le sue responsabilità; è ora di agire».

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Anna Somers Cocks, 22 dicembre 2018 | © Riproduzione riservata

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