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Un buriata con alle spalle il capo chiamato «Roccia dello Sciamano» nella zona nord del lago Bajkal, nonché luogo sacro per lo sciamanesimo e il lamaismo delle popolazioni locali

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Un buriata con alle spalle il capo chiamato «Roccia dello Sciamano» nella zona nord del lago Bajkal, nonché luogo sacro per lo sciamanesimo e il lamaismo delle popolazioni locali

Il fascino naturalistico del lago Bajkal, il più grande e antico della Terra

Situato nella Siberia meridionale, il bacino idrografico russo presenta caratteristiche pressoché uniche (salinità molto bassa, purezza delle acque e temperatura mai sopra i 14°C), fattori che determinano una ricca biodiversità

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Francesco Bandarin

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Il Lago Bajkal, situato nella Siberia meridionale tra la regione di Irkutsk e la Repubblica di Buriazia, è uno dei più estesi del mondo, con oltre 31.700 chilometri quadrati di superficie (come il Belgio), è lungo oltre 600 chilometri ed è il più grande del mondo per il suo volume d’acqua, pari a 23.600 chilometri cubici, un volume equivalente a quello di tutti i grandi laghi americani messi insieme. Bajkal è anche il lago più profondo del mondo, con una profondità massima di 1.642 metri, e contiene il 20% di tutta l’acqua dolce liquida del pianeta. Infine è anche il lago più antico, essendosi formato oltre 25 milioni di anni fa, e quello con la maggiore escursione termica tra estate e inverno: quasi 100°C. Anche il suo bacino idrografico ha dimensioni eccezionali: 557mila chilometri quadrati (come la Francia) con oltre 330 fiumi immissari, mentre ha un solo emissario, l’Angara, che confluisce nel fiume siberiano Yenisei, uno dei corsi d’acqua più lunghi del mondo. Queste caratteristiche ne fanno una formazione unica, con caratteristiche speciali rispetto ad altri grandi laghi, come ad esempio una salinità molto bassa (100 mg/litro) e un grado di purezza delle acque che permette di vedere i fondali fino a 40 metri, anche grazie alla temperatura che non supera mai i 14°C. La grande purezza dell’acqua dipende dal fatto che tutto il bacino idrico del lago ha carattere roccioso, per cui l’acqua degli immissari porta con sé pochi sedimenti.

Due esemplari di foca nerpa del Bajkal

A causa del suo isolamento e della sua antichissima origine, il lago possiede una grande diversità biologica, con oltre 1.500 specie, di cui oltre l’80% endemiche, il che gli è valso il nome di «Galápagos della Russia». Vi si trovano ben 255 specie di gamberetti anfipodi e 80 di vermi, a confronto con la media di 3 e 8 specie, rispettivamente, per i laghi europei. Nel Bajkal vivono oltre 250 specie di crostacei e molte specie endemiche di pesci. Questa ricchezza biologica dipende dal fatto che, diversamente da quello che accade nei laghi nei climi temperati e caldi, l’acqua fredda ricca di ossigeno discende in colonne verso il fondo, permettendo alle specie animali di vivere anche a profondità che normalmente sono prive di ossigeno. Esistono inoltre fuoriuscite subacquee di acque termali dalle faglie sotterranee che contribuiscono alla formazione di un ambiente ricco di nutrienti e di ossigeno. Tra le molte specie di animali che popolano l’area, una delle più caratteristiche è la foca del Bajkal, la nerpa, che ha un bel manto grigio e si è adattata a sopravvivere anche in inverno, quando tutta la superficie gela per una profondità di oltre un metro. Il ghiaccio è così spesso da consentire anche il passaggio dei camion, e durante la seconda guerra mondiale venne addirittura costruita al di sopra della crosta ghiacciata una ferrovia temporanea per il trasporto delle armi e dei soldati.

Uno dei simboli del comunismo a Ulan-Udè

La natura così speciale di questo lago è dovuta alla conformazione geologica del sito, che si trova lungo una profonda fossa tettonica provocata dalla collisione della placca euroasiatica e quella del subcontinente indiano, il che tra l’altro produce migliaia di scosse telluriche ogni anno. Per millenni le uniche popolazioni del luogo erano dei cacciatori nomadi siberiani e mongoli, che praticavano (e ancora lo fanno) lo sciamanesimo e il buddismo tibetano. Nella zona nord del lago si trova un capo chiamato «Roccia dello Sciamano», un luogo sacro per lo sciamanesimo e il lamaismo delle popolazioni locali, a causa di una grotta che si crede abitata da una divinità mongola. A partire dal XVII secolo, per sfuggire alle persecuzioni si rifugiarono nella regione i Vecchi Credenti, gruppi di religiosi che non avevano accettato la riforma della Chiesa ortodossa, tuttora presenti nell’area con la loro liturgia e le loro chiese. 

Queste religioni, con origini così diverse, coesistono una accanto all’altra nelle città della regione, assieme ai simboli del comunismo. Questa parte della Siberia divenne anche il luogo di deportazione degli avversari degli zar, a partire dal gruppo di nobili che nel 1825 si rivoltarono contro l’imperatore Nicola I. La Rivolta dei Decabristi finì in un bagno di sangue e con la deportazione di migliaia di nobili e soldati nelle terre lontane del Caucaso e della Siberia. In seguito, nell’Ottocento e durante il regime sovietico, molti altri condannati vennero esiliati in queste terre lontane. Nelle città vicine al Lago Bajkal, Irkutsk e Ulan-Udè, si trovano ancora oggi molti discendenti degli oppositori al potere sovrano russo. Anche grazie al suo estremo isolamento, il lago è in uno stato di conservazione abbastanza buono. 

Un ritratto dell’imperatore Nicola I di Russia

Tuttavia, negli ultimi decenni molte minacce si sono presentate anche in questo angolo remoto della terra. Innanzitutto, la grande ferrovia transiberiana che collega Mosca con Vladivostok passa nelle vicinanze, il che ha consentito l’apertura della regione allo sfruttamento delle risorse minerarie e forestali, oltre che all’arrivo del turismo, peraltro ancora di dimensioni contenute. La crescita di Ulan-Udè, capitale della Buriazia, la regione della Mongolia conquistata dagli zar nel XVII secolo, ha anche generato scarichi industriali e urbani nel lago, così come la costruzione di una cartiera, di cui adesso è prevista la dismissione. Il lago è oggetto di importanti campagne di ricerca scientifica, sia in campo ambientale che nel settore dell’astrofisica, in particolare per lo studio della materia oscura e dei muoni ad alta energia. Un impianto scientifico per lo studio delle particelle del neutrino, il telescopio di neutrino in acque profonde del Bajkal, composto di 192 sensori ottici, è stato realizzato nel 1993 a una profondità di 1.100 metri. Nel 1996, il Lago Bajkal è entrato, per le sue eccezionali caratteristiche, a far parte della Lista del Patrimonio mondiale dell’Unesco.

La grande ferrovia transiberiana che collega Mosca con Vladivostok

Il telescopio di neutrino in acque profonde del Bajkal, composto di 192 sensori ottici, è stato realizzato nel 1993 a una profondità di 1.100 metri

Francesco Bandarin, 25 novembre 2024 | © Riproduzione riservata

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