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Federico Florian
Leggi i suoi articoliDurante i mesi estivi, la penisola scandinava si trasforma nella perfetta meta turistica, non solo per gli amanti dell’outdoor, attratti dalla natura epica e parzialmente incontaminata della regione, ma anche per i più sofisticati esploratori metropolitani. Punteggiata da vibranti realtà urbane, la Scandinavia rappresenta uno dei centri creativi europei più all’avanguardia in termini di architettura, design e arte contemporanea. Soprattutto nel corso di quest’estate 2019, in cui hanno luogo due importanti rassegne norvegesi (la Biennale di Oslo e Momentum 10) e un’innovativa fiera d’arte e design nel cuore di Copenaghen (Chart).
Cominciamo da Oslo, recentemente eletta «Capitale Verde Europea 2019», che ospita la prima edizione di una rassegna che reinventa radicalmente il formato tradizionale della biennale d’arte contemporanea. La Biennale di Oslo (osloBIENNALEN), difatti, è concepita come un progetto espositivo che si evolve nell’arco di cinque anni, dal 2019 al 2024, e che esplora e sperimenta diverse forme di arte pubblica, attraverso performance, installazioni, workshop, concerti e simposi diffusi in diverse aree della città.
Per la prima fase, che si concluderà in ottobre, sedici progetti di artisti viventi trasformano il tessuto urbano della capitale norvegese in un museo d’arte all’aperto, privo di orari di visita e accessibile a tutti. Fra i «must-see»: «The Viewers» di Carole Douillard, una performance/scultura vivente in cui un gruppo di performer immobili osserva i passanti o volge lo sguardo verso landmark urbani (in programma il 5, 6, 12, 13 e 14 agosto in vari luoghi della città); tre sculture in miniatura realizzate dall’artista americano Michael Ross e nascoste in tre punti diversi del centro storico (in una libreria antiquaria vicino al Norske Teatret, un negozio per la riparazione di orologi non lontano dal Parlamento e un incrocio stradale a due passi dal Museo di Arte Contemporanea); l’opera sonora di Øystein Wyller Odden che riattiva le canne d’organo in disuso dell’iconico edificio del Municipio di Oslo; e i «libri viventi» dell’artista Mette Edvardsen, recitati a memoria dai performer a passanti curiosi e desiderosi di ascoltare. Infine, per incoraggiare la dérive urbana dei visitatori, in senso strettamente debordiano, Benjamin Bardinet ha concepito una mappa per «perdersi» nella città, nella quale l’indicazione della posizione dei singoli lavori si accompagna a citazioni, fatti curiosi e leggende metropolitane legati ai luoghi di Oslo.
Dalla capitale norvegese muoviamoci a sud verso Moss, cittadina affacciata sull’Oslofjord e un tempo uno dei maggiori centri industriali del Paese. Qui, fino al 9 ottobre, si svolge la decima edizione della prima biennale d’arte nordica, Momentum. «The Emotional Exhibition» recita il titolo della rassegna: una mostra che reinterpreta «emozionalmente» le nove edizioni passate di Momentum, riesponendo alcuni fra i lavori iconici in mostra a Moss negli ultimi vent’anni accanto a nuove produzioni concepite appositamente per l’evento.
Due sono le sedi principali di Momentum 10: la Momentum Kunsthall, collocata in un ex complesso industriale nel centro storico, e Galleri F 15, situata nell’incantevole isola di Jeløy e raggiungibile a piedi dal centro di Moss. Ad accogliere i visitatori è la scultura dell’artista olandese Anne de Vries, allestita nel cortile della Kunsthall: un grande albero alto otto metri dalle fattezze antropomorfe, il cui sogghigno rievoca le foreste stregate delle favole dei fratelli Grimm. Fra gli altri artisti in mostra, la svedese Fanny Ollas con i suoi «paesaggi mentali», immaginifiche installazioni fatte di oggetti di argilla e materiali tessili, la finlandese Hannaleena Heiska con i suoi dipinti di animali e creature mitologiche, e l’islandese Ragnar Kjartansson, che riporta in vita un neon esposto dodici anni fa a Momentum 6 con le parole «Scandinavian Pain». Da non perdere il progetto di Pauline Fondevila a Sountveggen, la nuova stazione dei treni di Moss: l’artista francese ha ricoperto i muri dell’edificio con striscioni le cui parole evocano il testo di una canzone o i versi di una poesia.
Proseguiamo il nostro tour scandinavo dell’arte contemporanea con un’ultima e immancabile tappa: Copenaghen. Capitale culinaria del Nord Europa con i suoi 15 ristoranti stellati, la città danese, in fatto di arte e design, incarna al meglio il principio scandinavo della ricercatezza senza sforzo e di un’eleganza disinvolta. Destinazione imprescindibile per gli amanti del contemporaneo è Copenhagen Contemporary (Cc), uno spazio di 7mila metri quadrati situato all’interno di un’ex fabbrica nel neogentrificato quartiere di Refshaleøen, un tempo sede del più grande cantiere navale al mondo. Fino al primo settembre, Cc ospita un progetto dell’artista attiva a Berlino: un arcipelago di isole di sabbia bianca, popolate da monumentali dipinti espressionisti, sculture totemiche d’acciaio e performer dal corpo ricoperto di pigmento e pittura (parallelamente lo spazio presenta un’installazione di Claudia Comte, fino al primo settembre, e due film di Wu Tsang, fino al 10 novembre).
Da Refshaleøen spostiamoci verso est nel quartiere di Charlottenborg: l’Accademia reale danese di Belle Arti e il Den Frie Centre of Contemporary Art, dal 30 agosto al primo settembre, ospitano la settima edizione di Chart, una fiera d’arte e design sui generis. Si tratta di una manifestazione ibrida, a metà tra biennale ed evento commerciale, il cui fulcro è una mostra collettiva di circa 40 gallerie scandinave di design e arte contemporanea, con molte nuove produzioni realizzate per la fiera. Accanto a una sezione «Emergent», a cura di Helga Christoffersen (curatrice associata del New Museum di New York), che raccoglie lavori di giovani artisti visivi del Nord Europa, e «Curio», piattaforma per la presentazione di designer scandinavi emergenti, Chart mette in scena anche un progetto d’architettura nel cortile del Palazzo di Charlottenborg: cinque padiglioni temporanei, progettati dai finalisti di un concorso architettonico e ispirati a principi di sostenibilità e recupero di materiali usati.
Fra questi, il progetto degli architetti Anne Bea Høgh, Mikkelsen, Katrine Kretzschmar Nielsen, Klara Lyshøj e Josefine Østergaard Kallehave: un padiglione creato a partire da materassi Ikea riciclati. Infine, per una gita bucolica fuori città, si raccomanda una visita al Louisiana Museum a Humlebæk, a 40 km a nord di Copenaghen e raggiungibile via treno. Il museo, dotato di una collezione di oltre 3.500 lavori dal 1945 ai giorni nostri, offre un panorama mozzafiato sullo stretto dell’Øresund e la costa svedese. Fino al 22 settembre lo spazio presenta un’ampia retrospettiva di Pipilotti Rist che ripercorre la carriera dell’artista svizzera, dalle prime opere in formato Tv alle più recenti videoinstallazioni e proiezioni immersive.
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