PRIMATTORI

Nel 1968, a 33 anni, moriva il geniale artista pugliese. E mentre, 56 anni dopo, la Fondazione Prada lo celebra con una retrospettiva, lui continua a esercitare il suo maggior talento: la libertà di non potere e dovere essere etichettato in nessuna tendenza, tantomeno l’Arte povera

Nel 2025 cadrà il centenario della nascita di un artista cardine del XX secolo. Sarà forse l’occasione per tentare una più precisa identificazione del «patriarca» dell’Arte povera: se è stato l’interprete più «iconico» del Concettualismo o, come sostenne Harald Szeemann accostandolo a Joseph Beuys, uno degli ultimi grandi visionari, capace di mostrarci «il lato in ombra di logos e ratio»

Le controversie di un’artista idolatrata da ormai settant’anni

L’«artivista» che crede nell’utopia festeggia i novant’anni con una retrospettiva al Castello di Rivoli

L’americana, scomparsa nel 1986, detiene il record di artista donna più quotata di sempre. Un successo iniziato a New York sotto l’ala di Alfred Stieglitz e proseguito nel deserto del New Mexico. Ora il problema dei critici è riuscire a far convivere alla pari la sua leggenda e la qualità della sua pittura

Da cinquant’anni è autoreclusa in un ospedale psichiatrico di Tokyo, eppure è l’artista più instagrammata al mondo. La sua popolarità è in crescita esponenziale, ma la critica fatica a riconoscerne il primato nel processo di affermazione delle artiste

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Prosegue l’ascesa dell’artista francoamericana nata il 25 dicembre 1911 e scomparsa nel 2010. Un mito autoalimentato, un’icona creata dalla più conformista correttezza politica o una scultrice la cui influenza si è estesa ben oltre il ghetto dell’«arte donna»?

Ha le stesse iniziali del suo grande modello americano e ha inventato il «Pop attivismo». Ma l’artista, architetto e regista cinese è talmente autoreferenziale che finisce con l’attutire le reazioni che vorrebbe provocare

Nel cinquantenario dalla morte, il prossimo anno Picasso verrà di nuovo messo in discussione. Innovatore o prosecutore della storia della pittura occidentale? Instancabile creatore o «liquidatore finale» di un’illustre tradizione? Genio o provocatore?

È diventato l’artista vivente più ricco al mondo imponendo il suo brand anche ai galleristi e trasformando l’arte da bene speculativo a prodotto di lusso

Entrato in scena nel 1980, il gallerista californiano ha creato il più vasto network multinazionale mai esistito e ora deve vedersela con una concorrenza sempre più aggressiva. Ha perso l’esclusiva su Gorky e Koons, ma ha ottenuto quella su Donald Judd e Brice Marden.

Da quasi quarant’anni uno storico dell’arte geniale e straripante è sulla scena (non solo televisiva) della politica e della cultura. Lui dice che di Sgarbi ce ne sono due, ma l’impressione è che siano molti di più, a volte in contraddizione tra loro

Hans Ulrich Obrist, famoso per le sue interviste e la sua ubiquità è stato il simbolo della generazione post Szeemann: non più un demiurgo ma un «facilitatore degli artisti». Ma ora c’è un problema: gli artisti, forse, non sanno più che farsene dei curatori

Non solo è ancora il re assoluto della Pop art, ma è il capostipite di un presente in cui dominano gli artisti che diventano il brand di sé stessi e una strategia estetica in cui è la confezione che afferma il prodotto. Oggi i suoi colleghi di maggior successo sono quelli che gli somigliano di più

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