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OPINIONI & RUBRICHE
Il re seminudo • Sempre più spesso gli incarichi nell’ambito della cultura privilegiano l’appartenenza e la rete delle relazioni a scapito di studio e conoscenza
Che sia stato un Maestro nessuno ne dubita. Solo lui non ci credeva o pretendeva di non crederci. Se doveva definirsi diceva di essere un fotografo ma non un artista bensì un artigiano
Tra pesci voraci, tempeste furiose, formaggi puzzolenti e marinai lussuriosi, ma sempre fiduciosi nella protezione dei santi
Ad aprile, durante il Salone del Mobile di Milano, ci aveva incantati con la sua installazione al Castello Sforzesco sulla «Pietà Rondanini» di Michelangelo, facendola rivivere con la sua maestria di ombre, luci e suoni
All’epoca poteva capitare di ritrovarsi nel letto sorprese molto gradite oppure orripilanti
Dove la cravatta è più memoria che funzione, più evocazione che necessità
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Minima mediterranea • Un’edificio che per architettura si apre su tanti fronti, dove poter dialogare, ascoltare, leggere o semplicemente riposare
Umberto Allemandi ricorda Alberto Bolaffi: «Nessuno come lui. Nessuno così poliedrico e nessuno con un sense of humour inesauribile, straripante quanto il suo. Segnale incontestabile di un’incontenibile intelligenza creativa»
Entro l’arte di allora, i primi fanno trasportare in corteo i propri bauli carichi di merci preziose, mentre i secondi recano da sé pochi viveri e qualche fagotto
Nella mostra in corso a Palazzo Barberini la maestria del pittore lombardo è riscontrabile anche nel realismo dei tessuti: Giovanni Battista Bellori testimoniava come l’artista avesse saputo imitare alla perfezione, per mezzo di pigmenti, la tonalità di colore del tessuto del «giubbone giallo» di uno dei tre personaggi raffigurati nel dipinto oggi a Fort Worth
Le opere dell’artista inglese alla Fondation Louis Vuitton di Parigi mettono (quasi) tutti d’accordo: dalle celebri piscine californiane ai paesaggi dello Yorkshire, è salutato come l’ultimo grande maestro, portatore di emozioni positive ed empatia in un mondo in guerra
Lo studioso Gianni Papi ritiene di aver riconosciuto la prima della dozzina di versioni del «Ragazzo che sbuccia la frutta» grazie alle ombre presenti sulla tela e confermate dalla radiografia della figura dell’amatissimo cane del Merisi
Da artista si è spesso confrontato con temi sociali, religiosi e storici, proponendo una visione transculturale del passato e del presente. Ora il suo ruolo gli chiede un impegno politico ancora maggiore
Il Criptico d’arte • La decisione è stata presa perché la copia bronzea «potrebbe essere percepita come sessista e che potrebbe esserci la necessità di agire in base alla legge federale sulle pari opportunità»