Dopo aver affrontato il versante della scultura sacra di Francesco Somaini (1926-2005), la Fondazione a lui intitolata ne indaga ora il «lato green». In mostra (ingresso gratuito, solo su prenotazione: fondazione.somaini@gmail.com, catalogo Electa) una cinquantina di opere realizzate tra il 1935 e il 2005: disegni, sculture, progetti di riqualificazione urbana, interventi per l’architettura, installazioni e fotomontaggi, che documentano la sua riflessione sulla natura, condotta nello studio immerso nel verde, partendo dai primi lavori e passando attraverso le originali soluzioni ideate negli anni del Concretismo e dell’Informale, l’indagine sul rapporto tra scultura, architettura e contesto urbano, fino all’ultima stagione, segnata dalla ripresa del mito. Lungamente al centro della sua poetica è l’albero, affrontato nelle molteplici valenze che porta in sé, dagli ulivi squassati del ciclo dei «Martiri», degli anni Cinquanta-Sessanta, fino ai fogli della serie «L’uomo e l’albero», dell’ultima stagione. (Ada Masoero)
In occasione dell’anniversario dei 125 anni dalla fondazione della Fiat, la Fabbrica Italiana Automobili Torino nata nel 1899, una mostra ne ripercorre la lunga storia, unica nel contesto industriale novecentesco. Attingendo al grandissimo patrimonio visivo prodotto o ispirato dalla Fiat, la mostra ripercorre il legame che ha unito l’azienda automobilistica torinese allo sviluppo culturale, industriale ed economico dell’Italia e racconta il modello di modernità immaginato, progettato e promosso da un’azienda che con la sua intraprendenza ha influenzato una larga parte della storia nazionale. A cura di Giuliano Sergio e realizzata in collaborazione con Centro Storico Fiat e Heritage Hub, il percorso espositivo riunisce otto vetture rappresentative della storia del celebre marchio italiano corredate da una selezione di opere d’arte, bozzetti d’artista e manifesti pubblicitari, documenti d’archivio e materiali grafici, fotografici e audiovisivi che contribuiscono a definire l’immaginario visivo dell’azienda.
In occasione dell’imminente Giubileo, giungono dalla Pinacoteca Civica «Francesco Podesti» di Ancona sei opere con l’intento di avviare un percorso di valorizzazione nazionale della collezione anconetana, che proseguirà con il riallestimento della Pinacoteca, aperta nel dopoguerra dall’allora soprintendente Pietro Zampetti con le opere salvate dai bombardamenti da un altro grande protagonista della storia della tutela, Pasquale Rotondi, direttore del Palazzo Ducale di Urbino. Alla «Madonna con il Bambino in gloria, i santi Francesco e Biagio e il donatore Luigi Gozzi», detta la «Pala Gozzi», la prima opera firmata e datata (1520) da Tiziano, nonché la sua prima pala d’altare propriamente detta, sono accostate: la monumentale «Cristo crocefisso, la Vergine e i santi Domenico e Giovanni Evangelista» detta «Pala Cornovi della Vecchia» (1558) sempre di Tiziano, la «Circoncisione di Gesù Bambino» (1430-39 ca) di Olivuccio di Ciccarello; la «Madonna con Bambino» (1480) di Carlo Crivelli; la «Pala dell’Alabarda» (1539 ca) di Lorenzo Lotto e l’«Immacolata Concezione» (1656) di Guercino, in cui la Vergine si staglia su un paesaggio marino il cui modello potrebbe essere la baia di Ancona.
Al piano terra del Museo Fortuny va in scena la commedia umana secondo Sergio Monari (Bologna, 1950): vizi, passioni, virtù sono raccontati da una quindicina di sue sculture nella mostra a cura di Niccolò Lucarelli e Chiara Squarcina. Ispirate alla cultura classica, le opere si propongono come rilettura critica della società contemporanea: se la classicità si fonda sul mito, che racchiude l’ordine e il significato del tutto, Monari riflette sull’incapacità della società contemporanea di riconoscerne la portata e sull’urgenza del recupero di una dimensione spirituale. Un recupero cercato attraverso il dialogo con la cultura greco romana fondante della nostra attuale, ritrovandone la modernità. La scelta da parte dei curatori di questo artista, docente all’Accademia di Belle Arti di Bologna, si pone nell’ambito di un filone che intende aprire focus sul contemporaneo attraverso una selezione in connessione con la figura del pittore, stilista e scenografo Mariano Fortuny, con i suoi studi all’Accademia di Venezia e la sua passione per la scultura. (Camilla Bertoni)
Il progetto, voluto dalla direttrice Irene Vezzosi, espone sculture, dipinti, fotografie, video e installazioni di giovani artisti, scelti dai curatori Pantani-Surace e Paolo Parisi (a loro volta artisti e docenti di Accademia). Maura Bazzi affronta la questione della violenza globale contrapponendola alla pace interiore, Marcela Castañeda Florián esplora il legame indissolubile tra l’abitare e la sopravvivenza umana nei pensieri, Giovanni Ceruti ritrae parole «sbagliate» che sfuggono alla logica adulta, Pietro Desirò congela il tempo catturando frammenti di natura, Marta Fumanti si rivolge al fragile equilibrio tra natura e artificio umano, Yasmine Kachni indaga il delicato confine tra presenza e assenza, Ramona Marano sfida la linea di confine tra realtà e immaginazione, Gianluca Garu Paionni affronta il concetto di cura tramite immagini riferite ai temi del cambiamento climatico e delle relazioni personali. Entro fine 2024 sarà pubblicato il bando rivolto ai giovani di tutte le accademie per realizzare un’opera destinata alla parete esterna sul viale, contigua alla facciata dell’albergo. (Laura Lombardi)